Pignoramento conto, stop da Giorgia Meloni: “Non se ne parla”

(Adnkronos) – A Bruxelles per confrontarsi con gli altri leader europei sulla crisi mediorientale, sulle tensioni tra Kosovo e Serbia, sul sostegno da non far mancare all’Ucraina, sul dossier migranti e sui rischi per la sicurezza. Ma gli occhi del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono puntati anche su Roma, ‘vigile’ sulla manovra 2024 che approderà tra sabato e domenica in Parlamento ma che, di fatto, è ancora aperta. 

La tensione è alta, e non solo con le opposizioni che attaccano. Anche Lega e Forza Italia vanno in pressing per ottenere modifiche prima che la Legge di Bilancio venga chiusa definitivamente e ‘blindata’, stando almeno al ‘disegno’ della presidente del Consiglio. 

La coperta è corta, difficile arginare i malumori. La Lega di Matteo Salvini rumoreggia sulle pensioni e chiede “uno sforzo in più”, Forza Italia alza il tiro sulla cedolare secca sugli affitti brevi. Insieme, azzurri e leghisti, chiedono poi di cambiare una delle norme più contestate, quella sui cosiddetti prelievi forzosi per chi ha debiti con l’erario. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti invita alla calma, ad attendere la versione definitiva, mentre si registrano di bozza in bozza una serie di modifiche sostanziali. Tra queste, la contestata misura sui conti correnti: il pignoramento telematico, nella versione circolata nel pomeriggio di giovedì, scatta solo oltre i mille euro di debito con il Fisco.  

 

Ma nella serata di giovedì arriva l’altolà di Palazzo Chigi, che, da principio, puntualizza che la notizia “secondo la quale in legge di bilancio sarebbe presente una misura che consentirebbe all’Agenzia delle entrate di accedere direttamente ai conti correnti per recuperare le imposte non pagate è totalmente priva di fondamento”, la manovra “si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti”. A stretto giro filtra la notizia che sarebbe stata la premier in persona a fermare la norma, presente in una delle prime bozze circolate: “non se ne parla, non passa”, avrebbe stroncato la misura sui conti correnti, versione ormai “superata da tempo”, assicurano fonti vicine alla premier. Che, in serata, si fa sentire su Facebook con un “avviso ai naviganti” in cui invita a “non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali”. 

Ma restano altri fronti aperti, mentre si avvicina l’approdo della manovra in Parlamento. A partire dalla riforma delle pensioni, con il previsto passaggio a ‘quota 104’ che ha fatto infuriare la Lega e che cerca di vanificare una delle storiche battaglie del Carroccio, la legge Fornero da sempre nel mirino.  

Forza Italia alza, invece, il tiro sull’innalzamento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi: “Abbiamo chiesto garanzie e sono certo che il ministro Giorgetti valuterà, perché non si possono penalizzare alcune realtà. Alcune cose sono state già corrette, ci batteremo perché non ci sia un aumento della pressione fiscale”, dice il vicepremier e ministro agli Affari esteri Antonio Tajani, anche lui da Bruxelles. 

La partita va chiusa entro poco più di 48 ore, cercando di arrivare un testo che accontenti tutti, nel segno di un governo che marcia unito, con “una maggioranza compatta”, come ha tenuto a rimarcare la premier mercoledì in Senato, invitando i detrattori a farsene “una ragione”. Passata la ‘palla’ della legge di bilancio al Parlamento, il governo si appresta ad affrontare un altro capitolo decisivo, quello delle riforme costituzionali. Meloni riunirà lunedì a Palazzo Chigi i vicepremier e i capigruppo di maggioranza: obiettivo portare la proposta di premierato il venerdì successivo in Consiglio dei ministri. 

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