Palermo, insulti e minacce sui social alla ragazza stuprata

(Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – “L’hai voluto tu! Prima ti piace, poi denunci”. “Non c’è molto da difendere, lei era consenziente”. “Dai che proprio ho voglia di ridurti io a brandelli”. E ancora: “Dai, a te aspetto”. “Non avresti dovuto denunciare”. “Togli le accuse, si t’annagghiu ni fazzu carneficina (se ti prendo faccio una carneficina ndr)”. Sono soltanto alcuni degli insulti e delle minacce ricevute nei giorni scorsi dalla ragazza 19enne di Palermo che ha denunciato lo stupro subito la notte del 7 luglio scorso al Foro Italico. Sono sette i giovani finiti in carcere, tra loro anche un ragazzo che al momento della presunta violenza sessuale di gruppo, non aveva ancora compiuto 18 anni. A pubblicare gli screenshot è stata proprio la ragazza, stanca degli insulti che subisce tutti i giorni sui social. Li ha raccolti e li ha pubblicati tutti insieme in un unico screenshot. “Invece di fare la vittima perché non la smetti di postare foto di cu.. e minne (seno ndr)”, le scrive una ragazza. Sono molte proprio le donne ad attaccarla pesantemente. E un’altra: “Te la sei cercata di grand lunga”. “Basta vedere come ti vesti e si capisce tutto”. E altri messaggi, molti dei quali talmente violenti e volgari da non potere essere pubblicati.  

Lei, che da qualche settimana ha lasciato Palermo per essere trasferita in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia, replica e dice: “Posto quello che voglio, non guardatemi a basta. Donne moraliste, non avete qualcuno che vi ha insegnato il rispetto?”. E poi: “Per colpa vostra il mondo è pieno di fanghi generati da voi e i vostri concetti del ca…”. Ma la giovane confida ai social di essere molto stanca dei continui insulti e di quello che la vita fino ad oggi le ha riservato. “Sono stanca di quello che la vita finora mi ha dato – scrive – non so per quanto continuerò a fingere che non sia così, perché quando la notte mi ripeto tutto quello che mi è successo da quando sono nata, impazzisco. Anno dopo anno a sperare che il successivo sarebbe stato migliore”.  

Poi racconta del padre, assente, della madre morta giovane per una malattia. “Poi la comunità – prosegue – Poi l’abbandono in mezzo alla strada di un ragazzo, la solitudine, poi il primo abuso, il ricovero in ospedale. L’innamoramento di un ragazzo e per colpa di quello, ora questo”. Uno stupro che è stato anche filmato da uno dei ragazzi finiti in carcere. 

Per “lo stupro di massa”, come lo chiama l’autore del video, i carabinieri con tre distinte ordinanze hanno arrestato Angelo Flores, 22 anni, il ragazzo che ha filmato la scena, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Christian Maronia, 19 anni, Cristian Barone, 18 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni, e R. P., minorenne al momento dei fatti, anche se ha compiuto 18 anni pochi giorni dopo. Gli arresti sono stati disposti dai gip Clelia Maltese, Andrea Innocenti e, per il tribunale dei Minori, dal giudice Alessandra Puglisi. 

Un racconto dell’orrore quello fatto dalla ragazza di 19 anni agli inquirenti. La giovane dopo essere stata incitata a bere e anche a fumare una canna è stata trascinata, e c’è una foto che lo prova, fino a un cantiere al Foro Italico. I magistrati parlano della “sofferenza” sul volto della vittima, un momento in cui “grida forte”, quelli in cui a più riprese cade a terra, urla “basta, basta, non ce la faccio più” e i suoi aggressori anziché fermarsi la deridono e continuano ad abusarla, rispondendole: “Ce la fai”. Durante il tragitto verso il Foro Italico “ho capito che Angelo aveva cattive intenzioni e gli ho detto: ‘Ma mi vuoi far stare sola con questi, ma sei pazzo?'”, ha raccontato la giovane.  

Ha detto ai magistrati: “Ero stonata, in piedi ma barcollavo”, “ho sentito dei forti dolori alla parte bassa del ventre e mi lamentavo, loro mi hanno derisa… Ho chiesto ad Angelo di chiamare un’ambulanza, ma lui ha risposto che non lo avrebbe fatto perché non voleva fossero coinvolte le forze dell’ordine”. E ancora: “Mi sono accasciata per tre volte… Io non volevo avere rapporti sessuali, non mi muovevo, ho gridato, sono caduta a terra battendo anche la testa, ma non si fermavano e Angelo rideva. Ho iniziato a ripetere ‘basta, basta’, ma i ragazzi hanno continuato, scambiandosi di posto”. Nelle scorse settimane il Tribunale del Riesame ha rigettato le richieste di scarcerazione dei ragazzi accusati dello stupro di gruppo.  

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