Orsa Amarena uccisa in Abruzzo, “ora a rischio i suoi due cuccioli”

(Adnkronos) – La morte dell’orsa Amarena, uccisa a fucilate ieri sera, è “una notizia terribile e un evento che rischiano di vanificare gli sforzi per la conservazione dell’orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d’Europa. La notizia dell’uccisione di Amarena, orsa diventata suo malgrado prima star dei social e oggi simbolo della violenza insensata con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell’orso in Appennino”. Così il Wwf Italia in una nota.  

“Quest’estate Amarena era stata avvistata e ripresa con due cuccioli dell’anno, ad oggi non ancora autosufficienti e il cui destino è dunque a forte rischio (i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre). Per questo il Parco si è già attivato per la loro ricerca ma non sarà facile ottenere risultati”, sottolinea il Wwf chiedendo che “le indagini di magistratura e forze dell’ordine accertino rapidamente come si sono svolti i fatti”. Per l’associazione, inoltre, “è tempo di adeguare l’efficacia del sistema sanzionatorio e di investire sulla vigilanza del territorio in funzione preventiva e repressiva”. Il Wwf che “sta lavorando con forza per la conservazione di questa popolazione unica al mondo, attraverso la campagna Orso 2×50, la sua Oasi delle Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi e il Progetto Life Arcprom, intende costituirsi parte civile”. 

“Questo drammatico atto di bracconaggio è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura – dichiara Luciano Di Tizio, presidente del Wwf Italia – Siamo di fronte ad un’operazione che sta entrando sempre più spesso nell’arena della propaganda politica, con tutte le distorsioni che ne conseguono. Oltre a quelle dell’autore di questo atto è dunque necessario individuare anche le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta irresponsabilmente e strumentalmente sentimenti di paura e giustifica o istiga all’uso del fucile come unica soluzione. Dobbiamo reagire a tutto questo e lanciamo un appello affinché tutti gli amanti della natura e della convivenza tra attività umane e fauna selvatica si diano appuntamento già la prossima settimana nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.  

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