Omicron 5 più contagiosa ma meno grave? Il parere degli esperti

(Adnkronos) – La sottovariante di Omicron BA.5 spinge i contagi da Covid-19 in Portogallo e Germania. Ma secondo i dati dell’Università americana Johns Hopkin non si nota un aumento dei decessi e dei casi gavi. Un segnale che fa ben sperare. Da Bassetti, a Pregliasco a Gismondo, ecco cosa ne pensano i virologi e gli esperti italiani. 

Secondo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento, “se una variante si diffonde è perché ha assunto caratteristiche che ne determinano qualche vantaggio: o perché infetta più facilmente le cellule, o perché riesce ad evadere più facilmente le difese immunitarie date da una precedente infezione o vaccinazione”. “Il fatto che” la sottovariante BA.5 “infetti più facilmente – precisa all’Adnkronos Salute – non vuol dire che causa malattia più grave. Ma, come al solito, se grazie alla maggiore diffusione raggiunge un paziente fragile, le conseguenze purtroppo le conosciamo”, sottolinea Lopalco.  

Anche Matteo Bassetti ricorda che “la variante Omicron BA.5 ha fatto aumentare i casi in Portogallo, ma non i decessi e i pazienti gravi. E’ molto più contagiosa rispetto alle precedenti, ma questa sua unicità non incide sulla gravità della malattia. I dati sudafricani ci dicono che la durata dei ricoveri è più breve, che le forme gravi sono minori”. “Fondamentalmente in autunno potremmo avere più infezioni, ma non le forme gravi. E’ l’evoluzione naturale di questo virus che dovrà farci trovare pronti per i richiami vaccinali in inverno. Ma al momento BA.5 non metterà a rischio la nostra estate, che è giusto continuare a vivere più liberi possibile, dopo 2 anni dove le cose non sono andate come avrebbero dovuto”, afferma all’Adnkronos Salute il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.  

E parla di evoluzione naturale anche il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano. “Omicron 5 è ancora più contagiosa delle altre” ‘versioni’ di Sars-CoV-2, “ma i sintomi” che causa “sono sostanzialmente gli stessi, perché non è che un virus possa cambiare le proprie caratteristiche in modo evidente. Parrebbe anzi un po’ meno cattiva” e ciò dimostra che “tutto sommato questo virus sta seguendo la via più naturale: quella che lo porta a una maggiore contagiosità, unita a una maggiore benevolenza”, sottolinea all’Adnkronos Salute.  

Per l’esperto “è presumibile che” la sottovariante BA.5 “diventi prevalente, proprio perché ha caratteristiche evolutive favorevoli”. E guardando all’autunno, “salvo varianti più minacciose che ricordiamoci possono emergere per caso, perché il virus non è intelligente”, secondo il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi il punto fermo è che “Covid ci sarà. Continuo a pensare che ci dovremo aspettare un andamento a onde – ribadisce – come quelle prodotte da un sasso in uno stagno”. 

Ottimista anche Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, per la quale Omicron 5 potrebbe rappresentare il ‘canto del cigno’ della pandemia di Covid-19. Le caratteristiche della sottovariante BA.5, che insieme alla ‘sorella’ BA.4 ha alimentato una quinta ondata di Covid in Sudafrica e sta ormai circolando anche in Europa con un’impennata di casi per esempio in Portogallo, sono infatti “in piena sintonia con quella che – sottolinea l’esperta all’Adnkronos Salute – in base alla storia delle epidemie è la fase della coda pandemica”. “Le code delle pandemie – evidenzia la microbiologa – di solito sono caratterizzate proprio da virus che hanno un’aggressività molto attenuata in termini di malattia associata, ma un’infettività molto maggiore proprio perché il patogeno cerca di conservarsi”. Per questo Omicron 5, che “sicuramente si diffonderà dappertutto perché è molto contagiosa, non deve assolutamente preoccuparci in quanto poco grave”, tranquillizza Gismondo.  

La sua visione è ottimistica anche pensando al prossimo autunno: “Se le cose dovessero rimanere così, come auspichiamo”, il ritorno della stagione fredda “non dovrebbe riservarci particolari problemi – spiega – Sicuramente avremo più contagi, ma non patologie gravi. E nel caso in cui il virus dovesse avere un colpo di coda, abbiamo gli strumenti per fronteggiarlo”.  

“Se davvero Omicron 5 conferma la sua capacità di diffondersi più delle precedenti varianti, ci sarà di nuovo un aumento di infezioni sostenute da questo virus. E ce ne accorgeremo, anche se non è facile stimare quando questo accadrà”, spiega all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. Difficile, dunque, “prevedere quando esattamente ci possa essere un incremento netto di casi dovuti a Omicron BA.5. E’ possibile che sia in autunno. Ma fino all’autunno possono accadere molte cose – precisa lo specialista – c’è in mezzo un’inverno australe. Ci sono Paesi dove la percentuale di vaccinazione è bassa e questo non è un elemento di rassicurazione, sia per la ‘corsa’ del virus’ sia per lo sviluppo di varianti”.  

 

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