(Adnkronos) – Nuove accuse per Omar Favaro, a 22 anni dalla strage di Novi Ligure. L’uomo, oggi 40enne, è accusato di violenze nei confronti della ex moglie e maltrattamenti in famiglia. Era il 2001 quando Omar aiutò la fidanzata dell’epoca, Erika De Nardo, ad uccidere con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il piccolo Gianluca, il fratellino che aveva solo 11 anni. Adesso, Favaro potrebbe dover tornare davanti ai giudici, riporta Repubblica, che specifica come i fatti contestati sarebbero avvenuti tutti prima del 2022, in particolare durante il periodo del Covid-19.
“Minacce di morte, botte, soprusi fisici e psicologici. ‘Ti sfregio la faccia con l’acido’, ‘ti mando su una sedia a rotelle’, ‘ti faccio la festa’. La testa di lei presa per i capelli e avvicinata pericolosamente a un fornello acceso. E un clima di costante paura, controllo, insulti: ‘Fai schifo’, ‘non esci viva da qui’. Oggetti scagliati addosso – riporta ancora il quotidiano – cellulari rotti, il divieto di chiamare i carabinieri. La donna ha taciuto a lungo per paura. E il tempo le è diventato nemico. La procura di Ivrea ha provato a fermare Omar, chiedendo una misura cautelare: il divieto di avvicinamento per quelle ripetute minacce di morte. Ma il giudice ha detto di no. La coppia, infatti, nel frattempo si è separata e, secondo il magistrato, non c’è più l’attualità del pericolo”.
“Il suo passato non c’entra ma continua a perseguitarlo e non deve essere strumentalizzato come invece si sta cercando di fare in una vicenda che guarda caso nasce proprio durante una causa di separazione dove è in discussione l’affidamento della figlia”, spiega l’avvocato Lorenzo Repetti che è tornato ad assistere Omar. La pm Valentina Bossi e la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione hanno fatto appello contro il rifiuto della misura. Il fascicolo è arrivato ora al tribunale del Riesame di Torino che dovrà rivalutare la situazione effettiva di rischio che stanno correndo le vittime.