Nel 2020 usate 1,5 mln di tonnellate di olio di palma, il 95% è sostenibile

(Adnkronos) – Domanda in crescita dall’industria, aumento delle richieste di certificazione, l’olio di palma sostenibile rompe il muro della disinformazione e torna di “moda”. A ‘Marca’, la fiera del private label, l’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile e Roundtable on sustainable palm oil (Rspo) hanno illustrato i dati di utilizzo dell’olio di palma nel nostro Paese da cui si evince come nel 2020 siano state utilizzate nell’industria un milione e 560 mila tonnellate di olio di palma (+11% rispetto all’anno precedente), il 13% per l’industria alimentare e il 7% per la cosmesi e la cura della casa. Il 95% è olio di palma sostenibile certificato Rspo. 

L’Italia con 248 realtà associate a Rspo è al terzo posto in Europa ed al quinto nel mondo, per la maggior parte sono aziende produttive del settore food e non food. Tra i retailer associati a Rspo grandi marchi come Carrefour, Aldi, Lidl, Ikea, Metro e Supermercati Cadoro. Nel comparto alimentare italiano oltre il 95% dell’olio di palma utilizzato proviene da fonti certificate. Una percentuale destinata addirittura ad aumentare come racconta Mauro Fontana, presidente dell’ Unione italiana per l’olio di palma sostenibile: “In questi mesi è stata definita una regolamentazione europea che, nell’arco dei prossimi due anni, permetterà l’ingresso in Europa unicamente all’olio di palma garantito deforestation-free.  

In un momento di crisi del mercato degli oli vegetali, la domanda di olio di palma da parte delle aziende è in crescita. “Finalmente tutta una serie di non corrette informazioni e di slogan a volte più commerciali che sostanziali, sono stati eliminati, in particolare grazie alla regolamentazione dei limiti di sicurezza sui contaminanti da parte della Commissione europea e dal fatto che la sostenibilità dell’olio di palma oggi viene di certificata in modo molto stretto dagli enti di certificazione secondo gli standard Rspo”, prosegue Fontana. 

Nei prossimi decenni l’uomo ha una sfida epocale da risolvere, rispondere alla crescita della popolazione mondiale con una produzione di beni alimentari sufficiente che si contrappone a quella di ridurre la produttività, per andare incontro alle esigenze della sostenibilità ambientale e contrastare i cambiamenti climatici. “Bisognerà trovare un punto di caduta per ottimizzare questa contraddizione – spiega Fontana – e l’olio di palma, che per produrre il trentacinque percento di oli e grassi del mondo utilizza solo il dieci percento del terreno disponibile, è una risposta di alta sostenibilità e di alta produttività”. 

L’Unione Italiana per l’olio di palma sostenibile è nata nel 2015 per iniziativa di alcune associazioni di categoria aderenti a Confindustria e aziende nazionali e internazionali attive nei settori merceologici che utilizzano olio di palma per promuovere l’impiego esclusivo di olio di palma certificato. 

Dal 2004 Roundtable on sustainable palm oil (Rspo) partendo dalla produzione, coinvolgendo i grandi distributori e giungere fino al consumatore finale. Per questo, la certificazione Rspo richiede trasparenza e tracciabilità della catena di produzione a tutti i livelli. 

“Dal 2020 al 2021 le richieste di utilizzo del marchio Rspo a livello europeo e a livello mondiale sono più che raddoppiate – spiega Francesca Morgante, Sr Manager Europe di Roundtable on sustainable palm oil – questo testimonia una richiesta da parte delle aziende e dei consumatori, anche del settore retail, di una maggiore comunicazione di quella che è la sostenibilità della filiera dell’olio di palma. Aziende che si sono certificate hanno quindi la possibilità di utilizzare il marchio per i prodotti e questo è sicuramente un valore aggiunto perché permette di comunicare dei benefici sociali ambientali che la nostra certificazione porta con sé”, aggiunge. 

La certificazione per l’olio di palma è ancora, ad oggi, una certificazione volontaria. Il quadro normativo europeo sta cambiando in maniera molto rapida e ci sono legislazioni che sono adesso in dirittura di arrivo, che riguardano la non deforestazione per una ampia categoria di prodotti, tra cui l’olio di palma. “Le aziende che hanno già intrapreso un processo di certificazione con Rspo saranno meglio preparate quando queste nuove normative saranno in vigore”, conclude Morgante. 

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