Naufragio migranti, Meloni a Ue: “Dovere morale evitare disgrazie come Cutro”

(Adnkronos) – “Il naufragio, avvenuto nei giorni scorsi a pochi metri dal litorale di Crotone, nel quale sono morte decine di persone e tra queste molti bambini, ha sconvolto tutti noi. Non si tratta purtroppo di un caso isolato. In Italia da molti anni ci ritroviamo a piangere tragedie come quelle di domenica scorsa nelle quali chi prova a raggiungere le nostre coste su imbarcazioni di fortuna perde la vita in mare. È nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie come queste si ripetano”. Così scrive il premier Giorgia Meloni nella lettera che, dopo la tragedia sulle coste calabresi, ha inviato al Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al primo ministro di Svezia, paese titolare della presidenza Ue, Ulf Kristersson. 

“Si tratta di una sfida difficilissima – scrive il presidente del Consiglio – perché quello delle migrazioni è un fenomeno epocale e complesso, soprattutto quando le imbarcazioni cariche di migranti prendono la via del mare. Proprio per questo non possiamo cadere nella tentazione di accontentarci di facili soluzioni di facciata, utili forse sul piano comunicativo, ma del tutto inadeguate a risolvere la questione”. 

“Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa – premette Meloni -, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore”. 

FLUSSI – “È fondamentale, in primo luogo, distinguere l’accoglienza di profughi e rifugiati dalle politiche migratorie connesse a chi, comprensibilmente, chiede di venire in Europa per ragioni economiche. Confondere i due piani, come si è spesso fatto fin ora, va a discapito proprio dei più fragili e bisognosi di aiuto. E non è giusto”. “Serve una politica unica europea sui rifugiati – il monito di Meloni – che preveda il sostegno al di fuori dei confini UE di chi è colpito da guerre e calamità, e corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere sul proprio territorio”. 

“Ma per l’immigrazione, che ribadisco essere materia completamente diversa dai profughi – rimarca il presidente del Consiglio -, l’unica possibilità di ingresso deve essere data dalle quote di immigrazione legale che ogni Stato decide liberamente stabilire. Così come fatto dal Governo da me presieduto con il decreto flussi con il quale si consente l’arrivo regolare di lavoratori stranieri, secondo necessità preordinate e definite”. 

“Non possono essere le organizzazioni criminali e i trafficanti di esseri umani a gestire i flussi migratori verso l’Europa, come purtroppo accade da diversi anni a questa parte. Queste organizzazioni criminali si stanno arricchendo a dismisura sulla pelle dei disperati, e più aumentano i loro guadagni più le condizioni di chi tenta di attraversare il Mediterraneo diventano precarie. Una civiltà come la nostra non può consentirlo”. “Occorre quindi lavorare tutti insieme – l’invito del presidente del Consiglio ai vertici dell’Ue – per ribadire il principio che in Europa si entra solo legalmente, e quindi in condizione di totale sicurezza. Occorre sviluppare e potenziare i canali legali di migrazione, distinti tra chi ha diritto alla protezione internazionale e chi intende accedere per ragioni di lavoro. E occorre contrastare, senza tentennamenti, i clan criminali che alimentano l’immigrazione illegale di massa”. 

LA RESPONSABILITA’ DELL’EUROPA – “Rifiuto l’idea che nulla possa esser fatto e che l’Europa debba rassegnarsi a prendersi cura solo di chi riesce ad avvicinarsi alle nostre coste o ai nostri confini dopo aver affidato la propria vita e quella dei propri figli a trafficanti senza scrupoli, pagati profumatamente per accedere a viaggi disperati”.  

“La politica è responsabilità, consapevolezza, capacità di fare delle scelte per gestire fenomeni complessi – scrive ancora il presidente del Consiglio -. È quello che dobbiamo fare insieme anche in tema di immigrazione. Dipende da noi, dalla nostra volontà di mettere in campo soluzioni che sino a oggi non sono state adottate”. 

 

 

 

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