Nagorno Karabakh, alta tensione Azerbaigian-Armenia: cosa fa la Russia

(Adnkronos) – L’Azerbaigian attacca nel
Nagorno Karabakh, la regione contesa con l’Armenia. Altissima tensione tra Baku e Erevan per la terra al centro già di una lunga guerra. Sullo sfondo la Russia, in passato vicina all’Armenia e ora ‘costretta’ a disinteressarsi parzialmente per il conflitto in Ucraina. Le ultime news di oggi, con l’offensiva dell’Azerbaigian, spingono Mosca a prendere posizione. Il Cremlino non esclude contatti tra il presidente russo Vladimir Putin, il presidente azero Ilham Aliyev e il premier Nikol Pashinyan dopo la nuova fiammata di tensione in Nagorno Karabakh. Lo ha fatto sapere il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, secondo cui “vengono coordinate le comunicazioni al più alto livello: una volta che ci sarà un accordo, vi informeremo senza ritardi, anche su ogni potenziale interazione al massimo livello”. 

La Russia vede un’opportunità per un accordo di pace tra Baku ed Erevan attraverso l’attuazione degli accordi trilaterali esistenti, ha dichiarato Peskov: “C’è questa opportunità (per un accordo di pace). Per come la vediamo noi, è sugli accordi che facciamo affidamento. Continuiamo i nostri contatti sia con Baku che con Erevan”. Il portavoce del Cremlino ha poi ammesso che “siamo preoccupati per la forte escalation delle tensioni e per l’inizio dei combattimenti militari”. 

La Russia ha chiesto la fine dei combattimenti tra Azerbaigian e Armenia dopo l’escalation militare nella regione contesa del Nagorno-Karabakh anche attraverso il ministero degli Esteri. “Siamo molto preoccupati per l’escalation così drastica della situazione in Nagorno-Karabakh”, ha detto la portavoce Maria Zakharova. 

La Russia, ha detto poi stando a quanto riporta anche la Cnn, “esorta le parti in conflitto a fermare lo spargimento di sangue, porre immediatamente fine alle ostilità e tornare al percorso della soluzione politica e diplomatica”. 

 

Sullo sfondo, il ‘messaggio’ che l’ex presidente Dmitry Medvedev ha inviato al premier armeno Pashynian. “Un giorno un collega di un Paese fraterno mi ha detto: ‘Per voi sono uno straniero, voi non mi accettate’. Ho risposto quello che dovevo: ‘Non giudichiamo dalle biografie ma dalle azioni’. Poi ha perso la guerra, ma stranamente è rimasto al suo posto”, ha scritto su Telegram l’ex presidente russo e ora vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa con un riferimento al conflitto del 2020 tra Armenia e Azerbaigian. 

“Poi ha deciso di incolpare la Russia per la sua sconfitta patetica. Poi ha ceduto una parte del territorio del suo Paese, poi ha deciso di flirtare con la Nato e la moglie è andata dai nostri nemici”, incalza Medvedev con un riferimento alla partecipazione della consorte di Pashynian, Anna Hakobyan, al ‘summit di first lady e gentleman’ a Kiev dello scorso 7 settembre. “Indovinate quale destino lo attende”, conclude Medvedev. 

 

 

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