Morto Enzo Carra, il giornalista ex deputato aveva 79 anni

(Adnkronos) – È morto nella notte a Roma Enzo Carra, giornalista, portavoce della Dc tra il 1989 e il 1992, poi deputato prima della Margherita e poi del Pd. Era ricoverato da una settimana nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico Gemelli a causa di una crisi respiratoria. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 8 agosto.  

Divenuto, suo malgrado, l’immagine di una delle pagine più buie dell’inchiesta ‘Mani pulite’, arrestato e trascinato in tribunale con gli schiavettoni ai polsi a favore di fotografi e cameramen, simbolo dei danni che può procurare il perverso circuito mediatico-giudiziario. Enzo Carra ha raccontato la politica come giornalista per quasi vent’anni, prima di diventarne un protagonista come portavoce della Dc e quindi come parlamentare di area centrista. 

Nato a Roma l’8 agosto del 1943, già a 22 anni inizia a scrivere occupandosi di critica cinematografica, fondando anche un giornale dal titolo ‘Il Dramma’. Poi nel ’70 l’approdo a ‘Il Tempo’, dove rimane fino al 1987, firma di punta delle pagine politiche.  

Negli anni del Caf, con l’avvento alla guida della Dc di Arnaldo Forlani nel 1989, diventa il portavoce del partito, poi coinvolto, suo malgrado, nell’inchiesta relativa alla maxi tangente Enimont, accusato di falsa testimonianza. Una vicenda che, anche e soprattutto per le modalità che portano al suo arresto nell’inverno del 1993, segna la sua vita e quella della sua famiglia. 

“Mio figlio -racconterà in un’intervista in occasione dei trent’anni di Tangentopoli- veniva villaneggiato a scuola e fece molta fatica a riprendersi. Io mi rimisi in carreggiata grazie a un amico psichiatra. Volevo andare via, mia moglie insisteva perché rimanessimo in Italia, ricominciai a lavorare solo due anni dopo grazie a Minoli”. 

Condannato definitivamente nel 1995 e poi riabilitato nel 2004, torna dunque all’attività giornalistica, autore per la Rai di numerose inchieste televisive, tra cui un reportage a Cuba immediatamente dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II, un’intervista a Gheddafi durante l’embargo alla Libia e quella che sarà l’ultima intervista a Madre Teresa di Calcutta.  

Tuttavia non riesce a resistere al richiamo della politica e nel 2001 viene eletto alla Camera con la Margherita (sarà relatore di minoranza della legge Gasparri in materia di telecomunicazioni), confermato nel 2006 e poi nel 2008. Entrato nel frattempo nel Pd dopo la fusione tra Ds e Margherita, lo lascerà nel 2010 per approdare nell’Unione di centro. Prima di lasciare la Camera riuscirà a vedere approvata come relatore la legge sull’equo compenso per i giornalisti precari. 

“Mani pulite -scrive Carra nel 1999 nel libro ‘Il caso Citaristi’ (il tesoriere della Dc), edito da Sellerio- fu in ultima analisi un piccolo squarcio nei nostri vizi pubblici e privati; poteva essere una grande occasione per metterli sotto accusa questi vizi, insieme ai corrotti e ai corruttori. È stata una grande occasione mancata per cambiare le regole e i comportamenti nella nostra società. Si è fatta da qualche parte una serena autocritica Con un’eccezionale prova dell’italianissima arte di arrangiarsi il cammino è ripreso come prima, o quasi”. 

 

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