Montagna, Bristot (Cnsas): “Oltre 6000 interventi da gennaio, +7% vittime”

(Adnkronos) – “Sono 6.203 gli interventi effettuati e 5.659 le persone soccorse dall’inizio dell’anno dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Per quanto riguarda le persone recuperate sono circa il 14% in più rispetto al 2021. Questi dati sono dovuti da una parte alle giornate di tempo eccezionale, quasi sempre senza precipitazioni, e, dall’altra, all’effetto post pandemico che ha portato le persone a riscoprire la montagna. Il soccorso nazionale alpino, il Club Alpino Italiano e le varie guide alpine dovranno aumentare la sinergia per promuovere iniziative che limitino gli incidenti e gli infortuni”. A parlare all’Adnkronos è Fabio Bristot, membro della direzione nazionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, spiegando quali sono gli interventi che il Soccorso Alpino e Speleologico si sta trovando a svolgere nel corso del 2022. 

“Finora – spiega Bristot – sono 273 i morti in montagna, circa il 7% in più rispetto all’anno scorso. Di questi, 14 sono bikers, cioè coloro che vanno sui sentieri usando la bicicletta a pedalata assistita. Di soccorsi nei confronti di questa tipologia di ciclisti abbiamo avuto in dieci anni un aumento del 249%: un dato molto significativo su cui stiamo facendo degli studi. Queste biciclette rispetto a un decennio fa sono molto diverse, pesano molto di più e non c’è una preparazione conseguente a queste modifiche del mezzo. Parliamo della seconda attività più coinvolta in montagna: quasi un intervento su 10 è infatti rivolta a bikers. Le altre attività più frequenti sono l’escursionismo e l’alpinismo. Rispetto a 10 anni fa, inoltre, oggi l’84% delle persone soccorse è di nazionalità italiana, mentre in epoca pre-Covid c’erano molti più stranieri recuperati. Vuol dire che a causa della congiuntura internazionale e della crisi economica non c’è ancora quell’afflusso di europei provenienti dall’est”. 

“I due terzi delle persone coinvolte sono uomini e quasi il 37% di chi viene soccorso ha età superiore ai 50 anni: vuol dire che la montagna viene frequentata molto dalla seconda e dalla terza età e questo dovrebbe invitare i giovani a viverla di più. Da gennaio abbiamo compiuto quasi 25.000 ore di volo in elicottero e oltre il 91% di questi interventi viene fatto con elicotteri del 118, a testimonianza della grande sinergia che c’è tra noi. Per tutti gli interventi svolti è stato impiegato un piccolo esercito: parliamo di oltre 24.000 volontari impegnati, soprattutto nelle regioni del Nord, ma anche nelle regioni del Centro, come Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria, e del Sud, come Sicilia, Calabria e Puglia”, conclude Bristot. 

“Gli interventi principali effettuati quest’anno sono causati da cadute, malori, perdita d’orientamento e incapacità, ovvero imperizia e negligenza – dice ancora Bristot – I malori non sono solo dovuti alle elevate temperature: sono infatti anche causati da situazioni di imprudenza perché a volte l’escursionista si sente male perché non abbastanza allenato o preparato. Come i malori, gli interventi per incapacità sono in grande aumento: possiamo dire che su dieci persone che soccorriamo, due non hanno una minima cultura della montagna, la affrontano con superficialità senza avere conoscenza del proprio limite. Manca sempre più una preparazione alla base”.  

“Non sempre – sottolinea Bristot – c’è la capacità di leggere il bollettino meteorologico i giorni precedenti all’escursione o la perizia di scegliere percorsi adeguati alle proprie o alle altrui capacità. La montagna è un posto che va affrontato con riflessione, non come se fosse una giostra d’alta quota: serve un cambio radicale di mentalità. La montagna ha bisogno di tempi medi e lunghi, noi siamo abituati a una società che si muove molto velocemente in cui basta andare su internet per trovare ogni indicazione. Bisogna, invece, documentarsi con una mappa cartacea specifica e fare uno studio certosino per conoscere il territorio in tutte le sue particolarità. Non basta consultare Google per diventare provetti escursionisti. Conoscere il senso del proprio e dell’altrui limite credo sia la cartina di tornasole per affrontare la montagna in sicurezza”. 

 

 

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