(Adnkronos) – Concentrata sul dolore della vicenda. La scelta precisa di evitare passerelle, resse di telecamere, dichiarazioni tv. “Siamo arrivati nel punto più vicino alla camera ardente, proprio per evitare sfilate. Niente passerelle, né comizi davanti a uno strazio del genere”, è il racconto all’Adnkronos di chi ha accompagnato Elly Schlein oggi a Crotone, prima uscita pubblica della segretaria Pd. Lo scambio con il sindaco di Crotone, poi la camera ardente che ha scosso la delegazione dem arrivata con Schlein. “Appena entrati colpiva questo spazio enorme e la quantità di bare. Tante, troppe”. Comprese quelle bianche, dei piccoli vittime del naufragio.
Schlein non ha fatto dichiarazioni alla stampa ma ha parlato a lungo con una dei sopravvissuti, la mamma che ha perso entrambe le figlie, la cui storia tragica è stata raccontata dai cronisti in questi giorni. “E’ stato un momento di calore umano davanti a una persona disperata”. Una parte della delegazione (con Schlein c’erano tra gli altri Nico Stumpo, Francesco Verducci, Nicola Irto, Vincenza Rando, Antonio Nicita) è andata poi al Cara a portare la solidarietà ai sopravvissuti.
A dare il senso politico della visita di oggi, Marco Furfaro, in predicato di diventare il vice di Schlein: “La presenza a Crotone della segretaria Elly Schlein è un messaggio importante per tutta la politica italiana. Abbiamo il dovere di praticare solidarietà e umanità e schierarci al fianco dei più fragili, a prescindere dalle loro origini. Oggi la segretaria del Pd -sottolinea – manda un messaggio preciso a nome di tutta la comunità democratica: qui a Crotone è dove dobbiamo essere”.
Intanto in Parlamento, il Pd non molla la presa sulla strage di Crotone e sull’accertamento delle responsabilità politiche. Come preannunciato ieri, la prima mossa è stata quella dell’atto di sindacato ispettivo, ovvero l’interpellanza urgente rivolta a ai ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, dei Trasporti, Matteo Salvini, e dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sottoscritta dalla segretaria Schlein, dalla capogruppo Debora Serracchiani e tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza.
Un’interpellanza in cui si chiede come funzioni la catena di comando per le attività di Gdf e Guardia Costiera, si chiede perché dopo la comunicazione di Frontex non si sia valutato “di classificare l’operazione in atto come operazione Sar, impedendo di fatto l’intervento della Guardia Costiera in tempo utile per salvare la vita dei naufraghi?”. E quindi: “Quali responsabilità politiche e amministrative vi siano state nella gestione della catena di comando?”. Si tratta di “fatti che gettano ombre inquietanti sulla linearità della catena di comando che sarebbe stata seguita nel gestire i soccorsi tra il 25 e 26 febbraio scorso, e soprattutto sulle diverse responsabilità dei ministri coinvolti da cui dipenderebbero in ultima istanza la classificazione di un evento come ricerca e soccorso”.
Ora il Pd attende l’informativa in aula del ministro Piantedosi, calendarizzata per martedì 7 marzo. Manca però quella del ministro Salvini, chiesta dalle opposizioni. Incalza la capogruppo Serracchiani: “Restiamo in attesa che anche il ministro delle Infrastrutture comunichi la data della sua informativa. I cittadini italiani vogliono e devono sapere con urgenza l’esatta dinamica dei fatti sul mancato soccorso ai naufraghi. Il Parlamento non può essere lasciato senza informazioni dettagliate su una dinamica degli eventi che ha troppi lati oscuri”. Sullo sfondo resta la presentazione di mozione di sfiducia. “Per il momento non è in agenda”, spiegano fonti parlamentari dem all’Adnkronos. (di Mara Montanari)