(Adnkronos) – “L’invio di navi di soccorso in porti lontani è diventata una pratica comune dell’Italia nonostante la sua illegittimità”. A dirlo è Msf mentre la Geo Barents fa rotta verso Ancona, indicata ieri dal Viminale come porto sicuro di sbarco. Nel capoluogo delle Marche approderanno i 48 migranti, tra cui 9 minori, soccorsi ieri a bordo di un barchino insicuro in acque internazionali. “Sembra un déjà vu, ma non lo è”, sottolinea l’ong, facendo riferimento a un precedente sbarco avvenuto lo scorso 12 gennaio, quando nella cittadina marchigiana sbarcarono altri 73 naufraghi, tratti in salvo il 7 gennaio, sempre dal team di Geo Barents.
Ancona dista oltre 800 miglia nautiche dalla zona di ricerca e soccorso in cui la nave umanitaria ha soccorso i migranti. “Chiedere alla nostra nave di navigare per 5 giorni quando altri porti idonei sono molto più vicini è contrario al diritto internazionale e al miglior interesse dei sopravvissuti”, avevano detto ieri da Medici senza Frontiere. Una decisione, quella dell’assegnazione di porti distanti “mentre altri idonei sono significativamente più vicini alla nostra posizione” che “non è conforme al diritto internazionale”. Lo scorso mese Msf ha presentato due ricorsi per l’annullamento dei provvedimenti amministrativi che avevano portato all’assegnazione dei porti di Ancona e La Spezia in due precedenti operazioni di soccorso.