(Adnkronos) – “Ai miei concittadini dico di avere fiducia nelle forze dell’ordine e nello Stato e di non avere paura. Chiunque ha visto qualcosa o sa qualcosa che può essere utile alle indagini non nasconda la testa sotto la sabbia, aiuti gli investigatori a chiudere il cerchio. Dobbiamo affidarci allo Stato e non certo ai mafiosi”. A dirlo all’Adnkronos è Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello di Mazara, la cittadina del Trapanese dove l’ex primula rossa, Matteo Messina Denaro, ha vissuto l’ultimo periodo della sua latitanza.
L’abitazione utilizzata dall’ormai ex superlatitante, situata in una zona periferica lungo la strada che porta a Castelvetrano, nelle scorse ore è stata perquisita. “Abbiamo le nostre riserve sul fatto che possa essere passato inosservato”, ha detto oggi il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia. Nessuna segnalazione, però, sarebbe arrivata dal territorio. “Io stesso non l’ho mai visto – sottolinea il primo cittadino -. Se lo avessi incrociato, lo avrei subito denunciato. Dubito che girasse indisturbato per le vie della città. Immagino, invece, si sia mosso dentro le auto con persone che lo hanno aiutato e affiancato”.
Stamani proprio l’amministrazione comunale ha promosso un flash mob all’istituto scolastico ‘Luigi Pirandello’. “E’ stata una giornata di festa per tutto il mondo scolastico, per gli alunni e gli insegnanti, ma non c’è stata una grande partecipazione dei cittadini – ammette Castiglione – e questo mi ha provocato parecchio sconforto, avrei voluto non dico una presenza totale ma certamente numerosa”. Per il sindaco “quella di ieri è stata una giornata storica per Campobello e per l’intera provincia. E’ stata messa la parola fine a un capitolo orribile della storia della Sicilia, adesso si può sperare in una rinascita della nostra terra”. Il sindaco non esita a parlare di giornata che “segna la liberazione per la nostra comunità”, ecco perché è necessario che “i miei concittadini esprimano tutta la loro gratitudine alle forze dell’ordine che in un lavoro incessante e senza sosta hanno raggiunto questo straordinario risultato”.
Con Matteo Messina Denaro in carcere le indagini proseguono per far luce sulla rete che ha garantito la sua latitanza, lunga 30 anni. “Chi lo ha coperto e aiutato, chi è stato al suo fianco è altrettanto colpevole e va perseguito”, taglia corto il primo cittadino, che respinge l’immagine di una cittadina omertosa. “Qui ci sono tante persone laboriose e oneste, dedite al lavoro e non certamente al malaffare. Non può passare l’idea di una città connivente”.