Messina Denaro, chi è la sorella del boss: ‘Rosetta’, la cassa e i pizzini

(Adnkronos) – Cassiera, messaggera, ‘custode’ dei pizzini. Così viene descritta Rosalia Messina Denaro, la sorella del boss arrestata oggi, nell’ordinanza di custodia cautelare. Il ruolo della donna, da tutti conosciuta come ‘Rosetta’, è associato ad una “molteplicità dei compiti dei quali nel corso degli ultimi decenni, è stata incaricata dal capo mafia: quelli di paziente tessitrice dei conflitti tra i parenti, di riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni di carattere familiare, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle. E, infine ma non per ultimo, di canale di smistamento dei ‘pizzini’ tra il latitante e altri associati mafiosi”. 

Nell’ordinanza si fa riferimento anche ad una serie di nomi in codice utilizzati nella ‘rete’ di Messina Denaro. Emerge che la sorella del boss venisse identificata come ‘Fragolone’. “Orbene, i dati raccolti rileggendo le comunicazioni del capo mafia, uniti ad ulteriori risultanze investigative che riguardano in primis Messina Denaro Rosalia, hanno fin da subito orientato l’identificazione del soggetto ‘Fragolone’ proprio nella sorella maggiore, così svelando che la donna, secondo le valutazioni del latitante, riceveva sue direttive rivestendo di volta in volta o il ruolo di componente del proprio nucleo familiare d’origine (e cioè di sorella maggiore, colei che gestiva le dinamiche interne per come lo stesso latitante richiedeva, in ciò appellata come “Rosetta”), ovvero il ruolo di fedele esecutrice dei suoi ordini mafiosi (e cioè di sodale incaricata della gestione del denaro e delle esigenze logistiche-operative necessarie a eludere le indagini finalizzate alla sua cattura, in ciò appellata come Fragolone).  

Nell’ordinanza si fa riferimento anche al fatto che la donna fosse a conoscenza delle condizioni del fratello, malato di cancro, e che annotasse gli aggiornamenti sullo stato di salute, offrendo alle forze dell’ordine elementi utili per la cattura del latitante. “E’ dunque certo che sia stata Rosalia ad annotare sul “pizzino” di volta in volta progressione della malattia, delle cure effettuate e delle condizioni fisiche del fratello; ed è altrettanto certo che la scelta di conservare un grezzo diario clinico di Messina Denaro ha di fatto consentito alla polizia giudiziaria di acquisire fondamentali e decisive informazioni sulla possibilità di localizzare il latitante”, si legge. 

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