Mediobanca, Delfin prepara lista minoranza: punta su 5 consiglieri

(Adnkronos) – ‘Quota cinque’: dovrebbe essere questo il numero che consentirà di scongiurare una rottura nel Cda di Mediobanca che l’assemblea è chiamata a rinnovare il 28 ottobre prossimo. Tanti, infatti, sono i consiglieri che Delfin, azionista con il 19,8% di Piazzetta Cuccia, intenderebbe presentare con la sua lista di minoranza. Una linea considerata più morbida per la quale, secondo fonti finanziarie, la holding lussemburghese avrebbe deciso di optare in vista della scadenza che si avvicina a grandi passi del 3 ottobre prossimo per la presentazione delle liste. 

Il passaggio da una lista a cinque da una lista di sette viene considerato non di poco conto. L’eventuale maggioranza in assemblea di una lista lunga con 7 candidati determinerebbe una spaccatura nel Cda con una situazione in cui un investitore finanziario arriva ad avere un peso del 50% con potenziali impatti sull’implementazione del piano industriale, approvato e apprezzato dal mercato. Insomma, si rileva, il numero sette appariva come espressione di una prova di forza con il conseguente rischio di uno scontro che avrebbe ‘spaventato’ i mercati. 

Nondimeno, se Delfin con questa scelta sembrerebbe disinnescare questo rischio, anche una lista dei cinque consiglieri vuole essere un segnale forte con la quale intende giocare un ruolo primario in questa partita, proponendo nomi di peso nel board: tra i nomi che circolano c’è quello Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e presidente di Jp Morgan in Italia. Il suo nome, in realtà, era circolato nei giorni scorsi quando Delfin puntava sul cambio alla presidenza, all’insegna della discontinuità, e quello di Grilli veniva annoverato nella rosa dei potenziali presidenti di garanzia. Richiesta, come noto, respinta al mittente da Piazzetta Cuccia perché non in linea con le regole e con gli standard di governance delle società quotate e delle banche sistemiche vigilate. 

Gli altri nomi di cui si parla sono quelli di Flavio Valeri, presidente di Lazard in Italia; di Jean-Luc Biamonti, presidente di Covivio, partecipata di Delfin; Sabrina Pucci, già consigliere di amministrazione di EssilorLuxottica e di Generali; di Sandro Panizza, ex responsabile rischi di Generali. Altro nome quello di Victor Massiah, banchiere di lungo corso, ex ad di Ubi Banca.  

Se la tensione sembra allentarsi, grande rimane la suspence in vista della partita assembleare. L’altro ieri Mediobanca ha varato la lista del consiglio di amministrazione con la riconferma di Alberto Nagel ad e Renato Pagliaro presidente. La lista proposta è composta da 15 amministratori, tanti quanti ne dovrà eleggere l’assemblea, ma solo 12 saranno destinati a essere eletti qualora la lista del Cda risultasse la più votata. Di questi 12 oltre un terzo sono new entry che sostituiscono i consiglieri non ricandidabili per sopraggiunti limiti di età (75 anni). Erano i posti che il Cda aveva offerto ai due soci Delfin e Caltagirone prima che le trattative naufragassero quando Delfin, nell’ultima proposta inviata lo scorso 12 settembre, aveva reiterato una serie di richieste che il Comitato Nomine che si è riunito lunedì e il Cda di mercoledì di Mediobanca hanno valutato non essere in linea con la governance di una banca quotata sistemica.  

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