Mattarella alla camera ardente, ‘Pieno sostegno ai profughi’

(Adnkronos) – (Dall’inviata Elvira Terranova) – Arriva alle undici in punto, scuro in volto, tra gli applausi dei cittadini. Ha gli occhi bassi, lo sguardo cupo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella entra poco dopo le 11 all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, accompagnata dalla Prefetta Maria Carolina Ippolito per andare a salutare i piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Pediatria, sopravvissuti al naufragio di domenica mattina davanti alle coste di Steccato di Cutro. Un segno di vicinanza dello Stato Italiano. Mentre entra alcuni cittadini gli gridano: “Presidente, chiediamo che venga fatta giustizia per i morti del naufragio”. Un altro: “Presidente, si poteva evitare, faccia qualcosa” e ancora: “La gente in mare si salva”. 

Nel reparto di pediatria il Capo dello Stato si è informato sullo stato di salute dei piccoli pazienti a cui ha lasciato dei doni, fra cui dei peluche, una pianola ed un robot telecomandato. Nel corso della visita il presidente ha ringraziato il personale sanitario “per la generosità e l’impegno nell’assistenza dei sopravvissuti”.  

Sono 6 i bambini ricoverati all’ospedale. Hanno un’età compresa tra i 3 e i 15 anni. I bambini sono arrivati in ospedale domenica mattina “tutti con un quadro di sospetta inalazione e ingestione di idrocarburi (cherosene) e ferite lacero-contuse multiple”, come spiega il Primario della Unità Operativa di Pediatria, Stefania Zampogna. “Due di questi bambini hanno presentato un quadro di rabdomiolisi, due bambini un quadro di disidratazione ipernatriemica e due bambini infezione acuta da Covid”, spiega ancora l’ospedale. A seguito dell’inalazione e anche ingestione di idrocarburi liquidi, i pazienti presentavano tosse, sensazione di soffocamento e vomito. “Tempestiva è stata la rimozione di tutti gli indumenti contaminati e lavaggio accurato della cute, stabilizzazione dei parametri vitali e valutazione del dolore, indagini diagnostiche e terapia medica al fine di evitare le complicanze legate anche a depressione del sistema nervoso centrale”. “I bambini affetti da rabdomiolisi, una sindrome clinica che coinvolge la lesione del tessuto muscolare scheletrico, causata verosimilmente da esercizio fisico intenso e traumi presentavano mialgie, debolezza muscolare, nausea, vomito e valori di CPK elevato. L’obiettivo del tempestivo approccio terapeutico è stato quello di mantenere un adeguato apporto di fluidi per via parenterale, correzione delle alterazioni dell’equilibrio elettrolitico (iperkaliemia e ipocalcemia) al fine di prevenire l’insorgenza dell’insufficienza renale”, spiega ancora il medico. Le condizioni cliniche dei bambini sono comunque in netto miglioramento.  

“Contiamo domani di poter dimettere il primo paziente”, fanno sapere dall’ospedale. Alle 11.20 Mattarella ha lasciato l’ospedale per raggiungere il Palasport di Crotone che ospita le 67 bare contenenti i resti delle vittime del naufragio. Sono ancora in tanti, almeno 18, a non avere una identità. Ma solo un numero. E una sigla. Come “KR46M0”. La vittima più giovane di questa tragedia. La piccola bara bianca contiene le spoglie di un bambino di pochi mesi. Lo zero indica che non aveva neppure un anno. Sulla piccola bara bianca c’è un’automobilina della polizia a testimoniare anche il sentimento di dolore delle forze dell’ordine per quanto accaduto. Su ogni bara ci sono mazzi di fiori, e su quelle bianche, tanti peluche e giocattoli. Il Presidente Sergio Mattarella, insieme con la Prefetta, si ferma lì davanti. In raccoglimento. Davanti alle 67 bare allineate nel palazzetto dello sport di Crotone. Alcune in legno bruno, altre in legno bianco.  

La visita è stata anche l’occasione per incontrare i parenti delle vittime che hanno chiesto aiuto al Capo dello Stato per il recupero dei dispersi e l’assistenza ai superstiti, oltre che per il rimpatrio delle salme dei congiunti. Mattarella – prima di lasciare Crotone – ha assicurato “pieno sostegno ai profughi”. Presente all’incontro tra Mattarella e i parenti il team di Medici Senza Frontiere, in questi giorni a Crotone. Sono stati i familiari, assistiti in questi giorni da MSF, a richiedere la presenza dei volontari all’incontro. Gli psicologi e i mediatori interculturali hanno aiutato i familiari delle vittime a far arrivare al Presidente le loro volontà, cioè “trasferire il più presto possibile le salme nei loro paesi d’origine o dove risiedono i familiari e supporto economico per chi non avesse i mezzi per farlo”, una “cella frigorifera per il mantenimento dei corpi”. E ancora: “spostare i sopravvissuti che sono al Cara in un luogo più adeguato alla loro condizione e facilitare i ricongiungimenti familiari”. 

Tutti i presenti hanno infine chiesto al Presidente che tragedie come questa “non si ripetano mai più”. All’esterno centinaia di cittadini, tra cui molti giovani, ad applaudire al Capo dello Stato. Applausi accompagnati ancora dalla richiesta, gridata a gran voce, di verità e giustizia per le vittime dell’ultima tragedia del mare.  

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