“Mancano 480mila lavoratori”: allarme di Confcommercio

(Adnkronos) – Nonostante il tasso di occupazione non sia mai stato così alto in Italia, il terziario di mercato, che occupa il 76,4% della forza lavoro, “sta vivendo una persistente carenza di personale. Nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori. E per oltre il 40%, vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze”. A sottolinearlo è il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nella sua relazione all’assemblea generale di Confcommercio. “Occorre, allora, intervenire – aggiunge – per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati”.  

“Condividiamo l’ambizione del disegno di legge delega di una riforma complessiva del nostro sistema fiscale. Una riforma volta a sostenere la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto. Perché non è più tempo di ‘manutenzioni ordinarie’! Si apre, dunque, un cantiere di lavoro complesso e occorre proseguire il confronto con le parti sociali”, ha poi sostenuto Sangalli. “Certo, il sistema fiscale deve essere coerente con le regole europee ed internazionali. – sottolinea – In questo quadro va considerata la stessa web tax. E qui non capiamo perché un piccolo commerciante debba pagare le tasse, tutte e subito, mentre questo non succede per le grandi piattaforme globali”.  

“Nello scenario della “permacrisi”, i risultati dell’economia italiana battono costantemente al rialzo, nell’ultimo triennio, tutte le previsioni. Oggi, il nostro livello del Pil è superiore del 2,5 per cento rispetto a quello del quarto trimestre del 2019. Insomma, abbiamo più che recuperato i livelli pre-pandemici, facendo meglio delle altre maggiori economie europee e addirittura degli Stati Uniti. Restano, però, ancora indietro i consumi che, nella media dello scorso anno, risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019”. “Proprio i consumi rallentano, a partire da quelli alimentari, per quell’inflazione che – sottolinea Sangalli – continua a mordere. Inflazione, che erode il potere d’acquisto, sia dei redditi correnti, sia della ricchezza detenuta in forma liquida. Abbiamo mostrato una straordinaria capacità di adattamento e di reazione, da parte di imprese, lavoro e reti di sicurezza sociale. È il risultato della collaborazione tra buone politiche pubbliche ed iniziativa privata. Collaborazione che ha funzionato anche sul versante dell’occupazione”. 

“Una realtà così importante non può essere lasciata senza certezze sul proprio futuro!”, afferma è il presidente di Confcommercio a proposito dei “balneari, che hanno investito e contribuito alla qualità turistica del Paese” sottolineando che bisogna pensare “alla mappatura delle concessioni, al giusto indennizzo, alla valorizzazione delle tante imprese”. Per Sangalli inoltre “va ripensato anche il modello della ristorazione in concessione, i cui costi non sono più sostenibili”. 

 

 

 

 

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