(Adnkronos) – E’ di due morti e oltre 30 feriti il bilancio degli scontri scoppiati ieri a Tripoli tra due milizie armate rivali che ha portato alla chiusura dell’aeroporto civile della capitale libica. E’ quanto riferisce il sito di Al Wasat. A scontrarsi sono le milizie dall’influente Brigata 444 e quelle della Forza Rada, a causa delle tensioni provocate dall’arresto del capo della Brigate da parte delle forze di Rada avvenuto, riferiscono fonti del ministero dell’Interno citate dal giornale, “senza spiegare se questa era una misura giudiziaria o di altro tipo”.
I scontri si sono avuti nel quartiere di Ain Zara, una zona molto affollata e trafficata, dove le strade si sono svuotate e molti negozi hanno dovuto chiudere, riporta il giornale ‘Alwasat’. I voli da e per l’aeroporto di Mitiga sono stati sospesi e gli aerei sono stati diretti verso Misurata.
La missione di sostegno dell’Onu in Libia “sta seguendo con preoccupazione gli incidenti di sicurezza e gli sviluppi da ieri a Tripoli e il loro impatto sulla popolazione civile”. E’ quanto si legge in una nota di Unsmil a proposito degli scontri scoppiati ieri a Tripoli. “La missione ricorsa alle parti coinvolte la loro responsabilità di fronte alla legge internazionale di proteggere i civili” continua la nota in cui si chiede “l’immediata de-escalation e la fine degli scontri in corso”.
“La violenza non è un mezzo accettabile per risolvere i disaccordi, tutte le parti devono preservare i passi avanti fatti negli anni recenti e affrontare le differenze attraverso il dialogo”, si legge ancora nella nota della missione Onu che è anche “preoccupata” per l’impatto che questi scontri possono avere “sugli sforzi per coltivare un ambiente di sicurezza che permetta di avanzare il processo politico, anche per la preparazione di elezioni nazionali”.
“Il governo segue con attenzione la situazione a Tripoli. Ho parlato con la ministra Najla el Mangoush: priorità dell’Italia resta la stabilizzazione della Libia, senza violenza né interferenze, e avviare percorso verso elezioni democratiche”, scrive sui social il ministro degli Esteri Antonio Tajani.