Le Foche aggredito, Schillaci: “Sta meglio”

(Adnkronos) – L’immunologo Francesco Le Foche, aggredito nel suo studio a Roma da un ex paziente, “sta meglio, l’ho sentito al telefono. Appena possibile, con calma, vorrei anche andare a trovarlo”. Così all’Adnkronos Salute il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine delle celebrazioni per il 50esimo anniversario dello stabilimento Sanofi di Anagni (Frosinone).  

“Era un mio paziente. Aveva avuto un problema alla spina dorsale, ma l’avevo guarito. Poi ha iniziato a chiedermi di curargli il cane. Ma io non potevo, non sono un veterinario. Credo sia questo il motivo per cui sono stato aggredito. Ma stiamo parlando di una persona con problemi”. Così, sentito da ‘Repubblica’, l’immunologo riferiva sull’aggressione subita da un suo paziente nel suo studio di via Po a Roma. L’uomo, che lo ha prima colpito con un fermacarte e poi preso a calci e pugni, è stato fermato da un poliziotto fuori servizio e arrestato per tentato omicidio. “Se devo essere sincero non ricordo come mi ha aggredito. Non lo so quello che è successo. Sinceramente. Sono arrivato al policlinico Umberto primo in uno stato di incoscienza” spiegava il medico. 

“L’avrò visto in tutto tre o quattro volte. È un paziente con una spondilodiscite. Lo abbiamo curato e ora sta bene. Però a un certo punto ha iniziato a chiamarmi perché il suo cane stava male. Voleva che curassi anche il cane. Io gli ho detto più volte: guardi, io non faccio il veterinario, mi dispiace ma non la posso aiutare. Per questa cosa non posso esserle utile – proseguiva l’immunologo -. Da mesi ogni volta si presentava col problema del cane. Poi credo che il cane sia morto e questo deve avergli smosso qualcosa dentro. Il cane lo seguivano già dei veterinari molto bravi e se loro gli avevano detto che non si poteva fare niente non è che io potessi fare qualcosa. Lui però non demordeva e insisteva, ‘professore lei può fare qualcosa. Deve aiutarmi. Lei può salvare il mio cane'”. 

Parlando ancora dell’aggressore, Le Foche aggiungeva: “È molto alto, grosso. Fisicamente enorme. Io stavo facendo le visite. È entrato nel mio studio e mi ha aggredito. Io peso 67 chili. Per me era impossibile da contenere. La mamma è una persona molto perbene. Una donna a modo, mite. In genere è lei che lo tranquillizza e lo tiene a bada. Stavolta non c’è riuscita”. 

Le Foche è stato sottoposto ad un’operazione lo scorso 7 ottobre. “Si è appena svegliato dall’anestesia, perché abbiamo fatto una parte degli interventi che dovrà subire. Ha una serie di fratture del distretto maxillo-facciale e in particolare delle brutte fratture delle ossa nasali e del complesso orbito-zigomatico”, aveva spiegato Valentino Valentini, primario Uoc Chirurgia Maxillo-facciale del policlinico Umberto I di Roma, dopo aver operato l’immunologo, in un punto stampa al Policlinico, sottolineando come il paziente sia “stabile”. 

“Da un punto di vista maxillo-facciale per ora abbiamo fatto soltanto una riduzione e contenzione delle ossa nasali – spiega – Abbiamo rimesso a posto il naso che era rotto, spostato e pluriframmentato. Aveva delle ferite lacero-contuse della regione frontale che abbiamo suturato e c’è una frattura dell’orbita importante che andrà ridotta e contenuta non appena le condizioni del globo oculare saranno stabili”. 

“Non appena i colleghi oculisti ci diranno che si potrà toccare l’orbita oculare, andremo a ricostruire il pavimento orbitario che per adesso abbiamo lasciato ‘franato’ appositamente, per evitare di comprimere il bulbo stesso. Appena il globo oculare potrà essere trattato sarà anche questo ricostruito e riposizionato in asse con l’altro occhio” aggiungeva Valentini. L’immunologo “è provato da quanto accaduto e dalle ferite molto gravi riportate, ma reattivo”. Tra una settimana, ha detto Valentini, Le Foche sarà sottoposto a un’operazione per la sutura del bulbo oculare. 

L’altra grande preoccupazione dei chirurghi, infatti, è la vista dell’immunologo colpito al volto. “Abbiamo suturato la rottura del bulbo oculare, circa 1 cm e mezzo ad Y, nei prossimi giorni 7-10 valuteremo la prognosi per capire a livello retinico come intervenire e poi passeremo alla seconda fase del recupero maxillo-facciale”, ha spiegato Alessandro Lambiase, ordinario di Oculistica alla Sapienza di Roma e dirigente medico all’Umberto I, che ha affiancato Valentini nell’operazione. 

“Francesco Le Foche ha subito un trauma che oltre ad essere fisico, è altrettanto pesante dal punto di vista psicologico” sottolineava quindi Valentini. “Ma chi conosce Francesco, sa che è una persona affabile e ha delle qualità fuori del normale dal punto di vista professionale e umano. Onestamente questo rende ancora più incomprensibile quello che è successo”. 

 

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