(Adnkronos) – “Le polemiche per l’intitolazione della Curva Sud a mio padre? Mi è sempre piaciuto lo sfottò tra Roma e Lazio, e anche babbo si divertiva e apprezzava. Lui aveva tantissimi tifosi romanisti con cui si divertiva, si scambiava opinioni. E’ un sacrilegio per loro, lo so. Però mio padre aveva giocato anche nella Roma per tre anni, quindi diciamo che un 80% è Lazio e un 20% è Roma”. Risponde così all’Adnkronos Massimo Maestrelli, figlio del celebre allenatore Tommaso Maestrelli che portò la Lazio allo scudetto nel 1974 ed al quale oggi la società biancoceleste ha deciso di tributare un grande omaggio intitolandogli la Curva Sud. L’iniziativa ha scatenato qualche polemica tra le tifoserie e molti commenti sui social, essendo la curva Sud il cuore della tifoseria giallorossa.
Maestrelli spiega le sue emozioni nell’aver appreso la notizia. “Inaspettata ed emozionante -dice all’Adnkronos- Sono venuto al campo con i miei figli e i figli di mio fratello. A pensare una cosa del genere cinquant’anni fa non ci avrei mai creduto, pensavo che dopo dieci anni tutto finisse. Invece, per un figlio vedere un papà ricordato in questo modo, a prescindere da quello che ha fatto, è una gioia immensa, me lo fa sentire vivo, vicino, questa è la cosa bella”. Cosa dirà oggi, prima del calcio di inizio Lazio-Spezia, quando la curva verrà intitolata ufficialmente a suo padre? “Parlerò col cuore, dirò quello che mi sento ma sicuramente mi guiderà babbo in questa cosa”, conclude il figlio di Maestrelli.
E sull’iniziativa della società biancoceleste interviene con l’Adnkronos anche Bruno Giordano, dirigente sportivo ed ex calciatore con il maggior numero di reti realizzate nelle coppe nazionali con la maglia della Lazio. “Ho tanti amici che mi stanno mandando tante foto dallo stadio, questo bel bandierone al centro della curva è una cosa bellissima: il tifoso laziale ha una grande memoria e una grande riconoscenza per le persone che hanno dato tanto alla Lazio”, dice.
Sul tam tam fra le due tifoserie, romanista e laziale, scatenatosi in seguito alla decisione della Lazio, inaugurata oggi con il fischio di inizio di Lazio-Spezia, l’ex campione è secco: “Credo che queste siano sciocchezze per la gente che vuole parlare -dice Giordano- Ai tempi di Maestrelli la curva Sud era una curva dove ci andava anche il laziale, poi per mettere una bandiera così grande nella notte dove c’è tanta gente sarebbe stato più complicato. Rimane una cosa bella, un attestato di grande amore per il mister”.
Infine, Giordano regala all’Adnkronos un ricordo del celebre allenatore: “Le mani nei capelli il giorno in cui la Lazio vinse lo scudetto -racconta- in cui era combattuto tra la gioia della vittoria della Lazio e la retrocessione del suo Foggia, che qualche anno prima aveva allenato. Era una persona piena di sentimenti come tutta la sua famiglia e tutto il mondo Maestrelli, che ancora conserviamo con gelosia”.
(di Ilaria Floris)