La Sec pronta a colpire Coinbase, cade il castello delle criptovalute?

(Adnkronos) – Un avviso formale, che preannuncia una citazione in giudizio per aver violato le leggi sullo scambio di titoli. Si chiama tecnicamente ‘Wells notice’. Coinbase, la più grande piattaforma di criptovalute degli Stati Uniti, è nel mirino della Sec, l’autorità americana che vigila su Wall Street.  

La notizia fa immediatamente scendere le quotazioni e mette in allarme tutto il mondo delle criptovalute. Perché Coinbase è stata considerata finora ‘un luogo sicuro’ dove scambiare la moneta cripto, una sorta di avamposto che dopo la quotazione del 2021 sembrava messo al riparo perché chiamato a rispettare le regole. Ora è proprio la violazione delle regole che viene contestata. In particolare, quelle sugli asset digitali quotati, oltre al servizio di staking Coinbase Earn e Coinbase Wallet. Le rassicurazioni arrivate, i prodotti e i servizi “continueranno a funzionare normalmente come sempre”, rischiano però di non bastare.  

Il Ceo Brian Armstrong, prima in una serie di tweet e poi rimandando a un lungo comunicato, reagisce rivendicando di essere nel pieno della legalità. “Dicci le regole e noi le seguiremo. Indicaci un percorso per la registrazione e registreremo le parti della nostra attività che devono essere registrate. Nel frattempo, gli Stati Uniti non possono permettersi che le autorità di regolamentazione continuino a minacciare gli attori dell’industria delle criptovalute per aver fatto le stesse cose legali e conformi che hanno sempre fatto”.  

Questo approccio “ingiusto”, aggiunge Armstrong, “porterà solo l’innovazione, i posti di lavoro e l’intero settore all’estero”. Fondamentalmente, insiste, “siamo la stessa azienda che eravamo il 14 aprile 2021 quando siamo diventati una società per azioni alla fine del lungo processo con la stessa Sec”. Per questo, “rimaniamo fiduciosi nella legalità dei nostri beni e servizi e, se necessario, andremo a processo per difendere la chiarezza che abbiamo sempre sostenuto e per dimostrare che la Sec semplicemente non è equa e ragionevole quando si pronuncia sui beni digitali”. 

E’ possibile che ci sia un problema di ‘interpretazione’ o la volontà di una stretta anche rispetto a posizioni già assunte. Ma una cosa è certa, se dovesse cadere Coinbase, sarebbe concreto il rischio di un crollo dell’intero castello delle criptovalute, già in crisi di credibilità e di risultati da mesi. (di Fabio Insenga) 

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