‘La Porta della Vita’, anteprima a Palermo

(Adnkronos) – Il Festival delle Letterature Migranti nell’edizione 2023, la nona della rassegna, offre, come avant-première d’eccezione, ‘La Porta della Vita’, tragedia in prosa sull’odissea che da anni si consuma, logorando vite e futuro, tra l’Africa e il Sud del Mediterraneo. Scritto dal giornalista Francesco Viviano, nell’adattamento teatrale e per l’interpretazione di Alessandro Ienzi in collaborazione con Raizes Teatro, La Porta della Vita sarà presentato giovedì 28 settembre, alle 21, sulle scale del Teatro Massimo di Palermo. La Porta della Vita è una raccolta di quattro racconti, quattro diversi punti di vista sul lungo viaggio dall’Africa all’Italia che in molti sono costretti ad affrontare. 

La Porta della Vitaè stato allestito e sarà interpretato da Alessandro Ienzi, che lo presenterà a Lampedusa il primo ottobre 2023 in collaborazione con il Comitato 3 ottobre, in occasione del decimo anniversario della strage consumatasi nel 2013 a poche miglia dal porto dell’isola di Lampedusa, quando morirono 368 persone in un naufragio che è considerato una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. Le difficoltà delle istituzioni politiche italiane ed europee di offrire da anni una risposta concreta alle esigenze di tanti esseri umani che provano a guadagnarsi migliori condizioni di vita, affrontando fame, sete, sevizie e gravi deprivazioni dei diritti umani vengono affrontate da Viviano, con una scrittura netta e senza fronzoli che mette lo spettatore di fronte al fatto compiuto, aspro, disarmante della sospensione tra la vita e la morte di migliaia di esistenze umane. La performance è anche un’anteprima del programma teatrale del Festival a cura di Giuseppe Cutino. 

“La Porta della Vita racconta con passione la voglia di vita e i sogni di chi viaggia dall’Africa all’Europa – dice Ienzi – e offre una testimonianza delle storie umane che si nascondono dietro un esodo analizzato troppo spesso attraversi numeri e dati, come sarebbe giusto fare con delle merci e con degli oggetti, ma che non è ammesso quando si parla di persone e per di più di tanti minori”. Lo scenario sarà ancora una volta la Scalinata del Teatro Massimo, che grazie alla sinergia tra Raizes e la Fondazione Teatro Massimo, si sta trasformando in un baluardo dei diritti civili e delle fragilità della società contemporanea che devono essere portate a galla attraverso l’arte per consentire anche alle istituzioni politiche di offrire più pronte risposte, in un’ottica di collaborazione con gli enti del terzo settore e gli artisti. 

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