‘Italia è Cultura’, dai Balcani alla Valle Templi per Metaverso del Mediterraneo

(Adnkronos) – (di Giuseppe Caruana) “Italia è Cultura”, lo spin-off dell’Università Internazionale di Gorazde sulla valorizzazione del patrimonio culturale, ha fatto tappa al museo archeologico di Agrigento dove ricercatori e operatori culturali dei Paesi del Mediterraneo, hanno discusso delle relazioni, presenti e future, delle nuove generazioni con la tecnologia e i beni culturali. Due sono stati i seminari che si sono svolti, il primo dal tema “Quattro culture, un metaverso”, è stato coordinato dal pro-rettore dell’ateneo bosniaco, Marcello Conigliaro.  

“Stiamo iniziando una nuova avventura all’insegna del metaverso – spiega il professore Marcello Conigliaro – un luogo fantastico dove è possibile ricreare e, laddove possibile, correggere il mondo reale. Proponiamo alle nuove generazioni, un metaverso delle culture del Mediterraneo per far si che, nel mondo digitale, esista un luogo dove vengano rappresentati, modi, culture e costumi dei popoli che si affacciano sul mare Nostrum”. Fra i relatori anche il dirigente generale del dipartimento per i beni e l’Identità siciliana, Franco Fazio. “Utilizziamo le innovazioni che oggi ci fornisce la scienza – dice il dirigente della Regione Sicilia – per migliorare la fruizione pubblica dei nostri beni culturali”. 

Il secondo convegno “Turismo scolastico e beni culturali”, ha visto operatori culturali e il mondo della scuola, confrontarsi sulle identità dei giovani. Dibattito che è stato moderato dal rettore dell’università di Gorazde, Salvatore Messina. “È un progetto- spiega il rettore dell’ateneo bosniaco – che cerca di mettere insieme il mondo della scuola e della cultura. Patrimonio culturale e giovani – aggiunge – dove credo che sia necessario, rimettere in movimento un percorso di comunicazione diretto, perchè i giovani – conclude Messina – devono vedere, nel patrimonio culturale, la loro identità”. Presente in sala anche il coordinatore dell’ufficio scolastico regionale, Giovanni Caramazza. “Il ruolo della scuola è centrale – dice – perché è sede di cultura”. 

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