Innovazione, associazione Vivavoce lancia whatsapp Voice Help

(Adnkronos) – L’innovazione digitale in campo anche contro discriminazione, esclusione, preclusione e bullismo legati a problemi di linguaggio e di voce. In occasione della Giornata mondiale della voce Stop al #voiceshaming, che si celebra il 16 aprile, l’Associazione Vivavoce lancia la campagna “16voce dici” e – proprio da domenica prossima – renderà attivo un numero WhatsApp gestito dall’Associazione, Voice Help.  

Voice Help, spiega l’asociazione, permetterà a chi soffre di problemi legati alla voce o a chi subisce episodi di voice shaming o ne è testimone di segnalare il proprio o altrui disagio, ricevendo un supporto psicologico gratuito da un’equipe medica specializzata. La scelta di proporre un servizio di primo intervento in forma scritta aiuta ad abbattere la barriera vocale che spesso blocca le persone con tali disturbi sottolinea l’associazione, sottolinea l’Associazione Vivavoce. 

Lo strumento della chat Voice Help permetterà all’Associazione di raccogliere testimonianze e di gestire un vero e proprio osservatorio nazionale sul tema, mettendo insieme per la prima volta un dossier di casistiche ed episodi di discriminazione da portare all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, con l’obiettivo di sensibilizzare la società sul fenomeno del voice shaming, già documentato da numerosi studi internazionali. I dati italiani testimoniano l’urgenza di intervenire per promuovere un cambio culturale legato alla problematica voce. In Italia oltre un milione di persone soffre di balbuzie, dei quali più di 200mila sono ragazzi/e under 18.  

Sono invece più di 570mila i minori che presentano disturbi del linguaggio in età di sviluppo e 150mila i soggetti afasici. Le persone affette da disturbi della voce e del linguaggio sono tre volte più soggetti al rischio di discriminazioni e bullismo rispetto ai loro coetanei. Il 70% delle persone con balbuzie dichiara di aver perso almeno un’occasione di impegno o di promozione a causa del disturbo legato alla propria voce. Il 20% afferma di aver rinunciato a un lavoro o promozione a causa delle difficoltà riscontrate nel linguaggio. Numerosi bandi di concorso legati alle forze armate inoltre riportano alcuni disturbi della parola come caratteristica discriminante e causa di inidoneità.  

Giovanni Muscarà, fondatore dell’Associazione Vivavoce, evidenzia che “la campagna ‘16voce dici’ nasce con la volontà di rendere l’Associazione Vivavoce promotrice di un messaggio di difesa di persone di qualsiasi genere ed età da ogni forma di discriminazione, isolamento o bullismo legati a problemi di linguaggio e di voce, cambiando la percezione e l’atteggiamento del mondo che ci circonda nei confronti di chi soffre di questi disturbi. Parliamo di bambini bullizzati, candidati ai concorsi delle forze armate respinti perché balbuzienti, ragazzini discriminati a scuola persino da insegnanti, manager relegati a ruoli minori a causa dei loro problemi di linguaggio: migliaia di casi passati da troppo tempo sotto silenzio”. 

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