Inchiesta covid, Crisanti: “Perizia non è atto d’accusa”

(Adnkronos) – “Ho semplicemente accolto l’invito della procura, la perizia è stata consegnata più di un anno fa, è un documento tecnico-scientifico in cui la procura mi ha chiesto di ricostruire i fatti. Non è un atto d’accusa”. Così Andrea Crisanti, microbiologo e consulente della procura di Bergamo nell’inchiesta sul Covid che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di nomi eccellenti come l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, oltre ai vertici della Regione Lombardia e dei componenti del Cts. Crisanti ribadisce “che è stato un errore non capire che con i dati di Vo’, bisognava chiudere tutta la Lombardia. L’ho detto in un’intervista del 26 febbraio 2020”, ha spiegato ospite della trasmissione ‘Mezz’ora in più’. 

“Mai come ora mi sono reso conto che il prezzo dell’integrità è la solitudine”, ha affermato il microbiologo e senatore Pd, spiegando di non aver avuto chiarimenti con nessuno, neppure con l’ex ministro Roberto Speranza che risulta tra gli indagati. “Penso che non sia opportuno perché è in campo l’inchiesta”.  

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