(Adnkronos) – Nel corso della controffensiva dell’Ucraina della scorsa settimana, le forze armate di Kiev sono riuscite a riconquistare quasi 15 chilometri quadrati di territorio già occupato dalle truppe russe lungo la linea del fronte meridionale. Lo ha riferito la vice ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar.
Nella regione ucraina orientale di Donetsk, i soldati ucraini hanno riconquistato altri 2 chilometri quadrati vicino alla città di Bakhmut controllata dai russi. In totale, sono stati riconquistati più di 240 chilometri quadrati dall’inizio, circa otto settimane fa, della controffensiva ucraina. La Russia continua a controllare più di 100.000 chilometri quadrati di territorio ucraino, compresa la penisola di Crimea sul Mar Nero, che Mosca ha annesso nel 2014.
La portavoce del comando meridionale dell’Ucraina Natalia Humeniuk ha detto che l’esercito russo sta soffrendo di gravi problemi logistici dopo l’esplosione del 17 luglio sul ponte di Crimea e l’attacco al ponte di Chonhar del 29 luglio. Humeniuk parlando alla tv ha aggiunto che la Russia sta utilizzando navi d’assalto anfibie per trasportare attrezzature attraverso lo stretto di Kerch da quando il ponte sullo stretto, noto come ponte di Crimea, che collega la penisola con l’oblast russa di Krasnodar, è stato danneggiato.
Dopo l’attacco al ponte di Crimea, la Russia ha dovuto fare affidamento su una lunga deviazione attraverso le aree dell’Ucraina continentale occupate per rifornire le sue truppe. Ciò è stato ulteriormente complicato dai ripetuti attacchi al ponte di Chonhar, che collega le parti occupate dai russi nella regione di Kherson con la penisola di Crimea.
Humeniuk ha aggiunto che i convogli militari russi vengono guidati accanto a veicoli civili in modo che le persone al loro interno facciano da scudi umani. L’esercito ucraino sta anche attivamente prendendo di mira le scorte di munizioni russe. “Stiamo lavorando per garantire che la logistica non consenta loro di rifornirsi”, ha detto ancora la portavoce, aggiungendo che “l’Ucraina ha ora distrutto quasi tutti i depositi di munizioni da campo russi”.
Continua intanto ad aggravarsi il bilancio di un attacco missilistico condotto sulla città di Kryvyi Rih, nel sud dell’Ucraina, dove è nato il presidente Volodymyr Zelensky. Secondo l’ultimo bilancio fornito dal ministero della Difesa di Kiev, sono cinque le persone ad aver perso la vita, tra cui una bambina di dieci anni insieme alla madre, mentre 53 persone sono rimaste ferite.
E’ una ”realtà quotidiana da genocidio” quella che stanno vivendo le persone in Ucraina e l’ultimo attacco missilistico russo di oggi contro un condominio residenziale a Kryvyi Rih ne è una dimostrazione. Lo ha scritto su Twitter consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. ”Il diritto internazionale non funzionerà mai se l’aggressore non vede dietro di lui un vero potere. Il potere inizia con la chiusura dei cieli ucraini con sistemi di difesa missilistica e di difesa aerea”, ha aggiunto Podolyak.
Questa mattina un drone ucraino ha attaccato un edificio della polizia a Bryansk, in Russia. Il drone ha colpito l’edificio della direzione degli affari interni nel distretto di Trubchevsky nella regione di Bryansk, senza provocare feriti. Lo ha reso noto su Telegram il governatore della regione Alexander Bogomaz. “Di notte, le forze armate ucraine hanno attaccato il distretto di Trubchevsky – ha scritto il governatore regionale – L’Uav è stato sganciato sull’edificio del dipartimento di polizia distrettuale. Non ci sono state vittime. Ci sono stati danni al tetto e alle finestre”.
Mentre due persone sono morte e altre sei sono rimaste ferite ”nel centro di Donetsk” a causa del ”bombardamento dell’esercito ucraino” che ha colpito un bus. Lo afferma il leader filo-russo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin. “Come risultato del bombardamento, un autobus passeggeri è stato distrutto”, ha detto.
I servizi speciali ucraini stanno conducendo numerosi attacchi di droni in diverse regioni della Federazione russa, sotto la supervisione dell’Occidente. E’ l’accusa rilanciata dal segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev: “Gli Stati Uniti e i loro satelliti, rendendosi conto che è impossibile sconfiggere la Russia solo con azioni militari, hanno iniziato a usare attivamente metodi terroristici”. Secondo Patrushev, che si trova in visita in Carelia, al confine con la Finlandia, “sotto il coordinamento dei padrini occidentali, i servizi speciali ucraini effettuano numerosi attacchi via aria e via mare contro Mosca, la Crimea e altre regioni del Paese”.
Mentre il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, ha reso noto che le forze russe hanno intensificato gli attacchi contro l’Ucraina, in risposta alle azioni di Kiev sul territorio russo. “Tenendo conto della situazione attuale, sono state prese ulteriori misure per aumentare la protezione contro gli attacchi aerei e marittimi… Sullo sfondo del fallimento della cosiddetta controffensiva, il regime di Kiev, con il sostegno degli sponsor occidentali, si è concentrato sulla realizzazione di attacchi terroristici contro infrastrutture civili nelle città e nei paesi della Federazione Russa”, ha affermato il ministro. In risposta, ha detto Shoigu, “l’intensità dei nostri attacchi contro le strutture militari ucraine, comprese quelle che compiono questi atti di terrorismo, è aumentata in modo notevole”.
Dmitry Medvedev ha avvertito che la Russia potrebbe essere costretta a usare un’arma nucleare se la controffensiva dell’Ucraina dovesse avere successo. “Immagina solo che l’offensiva… in tandem con la Nato abbia avuto successo e si sia conclusa con la sottrazione di parte della nostra terra. In quel caso dovremmo usare armi nucleari in virtù delle disposizioni del decreto presidenziale russo”, ha precisato su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.