(Adnkronos) – Docente universitaria prestata alla politica, ex aennina con Gianfranco Fini, diventata berlusconiana di ferro. Voce, non sempre ‘allineata’ al partito, a sostegno dei diritti civili e della comunità Lgtb. Annamaria Bernini approda nella squadra di Giorgia Meloni premier come ministro dell’Università, dopo aver guidato per 4 anni il gruppo forzista al Senato. Figlia d’arte, suo padre Giorgio è stato l’ex ministro del Commercio con l’estero del primo governo Berlusconi nel ’94, nasce a Bologna il 17 agosto 1965, sotto il segno del Leone, laureata in Giurisprudenza, è avvocato e professore di diritto pubblico comparato presso l’ateneo emiliano. L’ambito di specializzazione è quello paterno, ovvero l’arbitrato interno e internazionale. Promotrice dal primo momento della Fondazione Farefuturo, nata per volontà di Fini, Bernini rientra successivamente nel Comitato dei Trenta, che riunisce le espressioni più liberali della politica.
Nel 2008 è stata candidata alla Camera ed eletta nella circoscrizione Emilia-Romagna per il Popolo della libertà in quota An. Nel 2010 corre presidenza della Regione Emilia Romagna ma viene sconfitta dall’avversario di centro-sinistra, Vasco Errani. Nell’estate dell’anno dopo, in occasione di un rimpasto di governo, viene data come favorita per prendere il posto di Angelino Alfano come Guardasigilli: alla fine non la spunta ma ottiene il ministero senza portafoglio per le Politiche dell’Ue. Incarico è destinato a durare pochi mesi, ovvero fino alle dimissioni del Cav, nel novembre del 2011. Dal marzo 2018 è presidente dei deputati azzurri. Nel 2021 Bernini è tra i papabili ministri azzurri del governo Draghi, ma non la spunta e il Cav la promuove vice del coordinatore nazionale forzista Antonio Tajani, con il compito di coordinare l’attività del partito con i gruppi parlamentari della Camera, del Senato, e del Parlamento europeo.
In prima fila per le battaglia a sostegno dei diritti civili, al punto di votare in alcuni casi in maniera diversa rispetto all linea di Fi, sin dal 2016 si dichiara particolarmente favorevole alla proposta di legge della parlamentare Cirinnà sulle unioni civili. Favorevole a unioni gay e adozioni, Bernini spesso ha preso posizione a favore di artisti dichiaratamente omosessuali, condannando al contempo episodi di omofobia.