Falsa società sportiva ma verso istituto di bellezza, evasi al fisco 200mila euro

(Adnkronos) – Falsa associazione sportiva ma vero istituto di bellezza: evasi al Fisco oltre 200mila euro ed anche sanzioni per una lavoratrice in nero. I militari del comando provinciale di Livorno della Guardia di Finanza hanno portato a termine un’attività ispettiva nei confronti di una sedicente associazione sportiva dilettantistica (Asd), in realtà dimostratasi una vera e propria attività commerciale: un istituto di bellezza e cura della persona specializzato in ciglia e sopracciglia. 

In dettaglio, le Fiamme Gialle hanno effettuato una complessa indagine di polizia economico-finanziaria, anche con sviluppo di accertamenti contabili, interviste a clienti e approfondimento delle presunte (e fallaci) qualifiche di socio nei confronti di centinaia di persone, parte delle quali risultavano sulla carta associate, così da sfruttare irregolarmente i vantaggi fiscali consentiti dal legislatore ai veri enti associativi.  

E’ quindi emerso come i presunti soci non abbiano mai in realtà rivestito questo ruolo e non abbiano mai partecipato all’attività associativa, come invece prevedono le norme. Quali semplici clienti (oltre 400) hanno invece fruito di servizi dei cura della persona offerti, pagando il corrispettivo (esentasse) e senza alcun tipo di contatto e/o effettiva partecipazione alla sedicente associazione. L’analisi dei flussi finanziari nei confronti della finta Asd, in realtà vero e proprio evasore totale, ha fatto emergere come nel corso di 5 anni siano stati incassati oltre 200mila euro non dichiarati al Fisco, con collegate violazioni Iva per ulteriori 100mila euro.  

La finta associazione non ha rispettato i requisiti previsti, perdendo la qualificazione di ente associativo (ed i relativi benefici fiscali) e inquadrandosi piuttosto quale vera e proprio società/impresa, con tutti gli obblighi contabili conseguenti. In sostanza è stato fatto un uso distorto dello strumento associazionistico al solo fine di eludere il fisco e fare concorrenza sleale alle analoghe attività imprenditoriali che rispettano le norme, talchè l’ente è stato riqualificato in soggetto esercente di fatto un’attività d’impresa, con conseguente rideterminazione della base imponibile ai fini Ires, Irap ed Iva.  

La sedicente associazione è risultata carente dei requisiti necessari per usufruire del regime fiscale agevolativo previsto dalla legge n. 398/91, in particolare l’assenza di democraticità/reale partecipazione della compagine sociale, attesa la sostanziale esclusione degli associati dalla vita associativa e dalla partecipazione alla volontà collettiva dell’ente.  

Oltre alle contestazioni fiscali, è altresì emerso l’impiego di una lavoratrice in nero, con conseguenti sanzioni calcolate in oltre 15.000 euro. 

La Guardia di Finanza, spiega un comunicato, con simili servizi ha come principale obiettivo la tutela dell’economia legale, contrastando i fenomeni di illegalità economico-finanziaria maggiormente lesivi ed insidiosi, nonché proponendosi quale punto di riferimento in ordine alle iniziative volte alla tutela del sistema economico.  

L’attività operativa, come nel caso di specie, è orientata in modo mirato e selettivo su soggetti caratterizzati da elevati/concreti profili di rischi e sugli illeciti tributari che più danneggiano gli interessi erariali e le regole della concorrenza e del mercato.  

In particolare, nel contesto del generale comparto delle associazioni si riscontra che alcuni pseudo circoli/enti no profit abusino della qualifica giuridica, dissimulando in realtà l’esercizio di attività d’impresa, al solo scopo di eludere l’ordinario regime di tassazione previsto, danneggiando in primis proprio i veri enti associativi meritevoli di rispetto e tutela, nonché l’imprenditoria sana. 

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