Esperti: “Mandorle come la musica per dare una carica di energia”

(Adnkronos) – Ricche di vitamine e nutrienti, le mandorle sono note per essere un cibo salutare, gustoso e una fonte naturale di energia, l’ideale come spuntino a metà mattinata o nel pomeriggio. Per gli esperti, inoltre, sono come la musica: influenzano il nostro organismo per darci la carica. 

“Il ricco profilo nutrizionale delle mandorle ne fa uno dei cibi più analizzati al mondo e al tempo stesso le rende ideali come snack energizzante – afferma Ambra Morelli, dietista – La porzione consigliata, 30 grammi o circa 23 mandorle, contiene 6 grammi di proteine vegetali, 4 grammi di fibre e grassi sani. Inoltre, le mandorle hanno un elevato contenuto di riboflavina (B2) e sono una fonte di niacina(B3) e tiamina(B1), elementi che contribuiscono al metabolismo energetico. Sono ricche di magnesio, che contribuisce a ridurre stanchezza e affaticamento”. E dunque, “come la musica, sono una fonte naturale di energia. Ma c’è di più. Musica e mandorle sono complementari. Mentre la prima è spesso capace di darci una sferzata di energia immediata, le seconde forniscono energia a rilascio prolungato. Inoltre, le mandorle, come la musica, forniscono non solo energia a livello fisico, ma anche mentale, e possono aiutare a gestire lo stress”.  

“Siamo macchine emotive che pensano – sottolinea Vincenzo Russo, Iulm Behavior and BrainLab – e non macchine pensanti che si emozionano. Le neuroscienze hanno ormai dimostrato il valore della dimensione inconscia e automatizzata nel funzionamento cerebrale e l’effetto che ha una stimolazione di un senso sugli altri”. Grazie “alle più recenti scoperte sul cervello – prosegue – comprendiamo meglio l’effetto che hanno le emozioni sulla percezione e perché ‘sensazione’ e ‘percezione’ sono due concetti e due processi diversi. Nella percezione entra in gioco il cervello, che contribuisce a costruire la realtà percepita o ad attivarsi in maniera differenziata in base alle stimolazioni e alla loro interpretazione. Il cervello aumenta la sua attivazione del 24% alla vista di cibi o bevande gradevoli e carichi di energia. Allo stesso modo, la musica ha enorme potere attivante per buona parte del cervello, potenziando la percezione finale degli stimoli. La musica, attivando anche la zona motoria del cervello, innesca reazioni energetiche anche grazie alla capacità di produzione della dopamina, ovvero l’ormone legato alle esperienze piacevoli. Questi processi, del tutto inconsci e automatizzati, possono essere misurati con tecniche neuroscientifiche in maniera più efficace rispetto al passato”. 

Anche per lo psicologo e musicista Federico Buffagni, “la musica, come il cibo, agisce a molti livelli influenzando il nostro sistema nervoso e modulandone gli stati”. A tutti noi, evidenzia, “accade di aver bisogno di ascoltare la canzone preferita per ‘darci la carica’ o di aver cercato online musica rilassante per calmarci. Nel momento in cui ascoltiamo una musica, nel nostro cervello viene rilasciata, fra le altre sostanze, la dopamina. Il suo compito è quello di esercitare un controllo sul movimento, sulla capacità di attenzione e d’apprendimento, su alcuni aspetti delle funzioni cognitive, sulla sensazione di piacere e sul meccanismo del sonno. La musica, quindi, è in grado di modulare i nostri stati fisiologici, emotivi e cognitivi, perciò capace di darci energia. Influenza il nostro stato di attivazione, il nostro movimento, ci fa ‘sentire’ determinate emozioni e ci porta ad attivare ricordi e pensieri: esattamente come fa il cibo”.   

Uno studio clinico – si legge in una nota di Almond Board – suggerisce che una dieta mediterranea, con aggiunta di frutta secca come le mandorle, è associata a una prevenzione della diminuzione di alcune funzioni cognitive negli adulti. Non solo: un altro studio recente ha misurato l’Hrv (Heart rate variability, la fluttuazione della frequenza cardiaca a riposo) nei partecipanti sottoposti a una sfida di stress mentale e ha visto misure migliorate dell’Hrv nei partecipanti che hanno consumato mandorle al posto di un classico snack per un periodo di sei settimane. La variabilità della frequenza cardiaca è un indicatore importante della risposta del sistema cardiovascolare allo stress. Un Hrv più alto rappresenta una maggiore adattabilità del cuore in risposta alle sfide ambientali e psicologiche, mentre un Hrv basso è legato a malattie cardiovascolari e morte cardiaca improvvisa.  

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