Energia, scatta era green per blockchain e criptovalute: verso taglio 99,95% consumi Ethereum

(Adnkronos) – In piena crisi energetica mondiale sta per scattare l’era green della blockchain con un passaggio di Ethereum che promette una vera rivoluzione ‘verde’ del mondo delle criptovalute. “Intorno a metà settembre – fra il 15 ed il 16 circa del mese in corso – per la blockchain di Ethereum ci sarà un passaggio per l’algoritmo di consenso; si andrà dal proof of work (PoW) – su cui adesso si basano sia Ethereum che Bitcoin – al protocollo proof-of-stake (PoS) tagliando i consumi di 2000 volte” sottolinea conversando con l’Adnkronos Giuliano Pierucci, presidente di Abie-Associazione Blockchain Imprese ed Enti, l’associazione federata con Confindustria Digitale.  

Pierucci, fondatore di B2Lab, spiega che ad oggi “stando a Digiconomist, la blockchain bitcoin PoW consuma 132 TWh di energia all’anno, pari ai consumi annuali energetici di tutta l’Argentina, la blockchain ethereum PoW consuma circa 80 TWh, quasi la metà ma consuma come tutto il Cile. Quando sarà invece realizzato ‘the merge’, la ‘fusione’ tra il vecchio archivio di blocchi ed il nuovo protocollo, stando ad Ethereum.org il consumo della blockchain ethereum PoS crollerà a circa 0,01 TWh l’anno, poco meno della piattaforma di pagamenti elettronici Pay Pall. In pratica i consumi per Ethereum scenderanno del 99,95% circa, quindi si abbatteranno di 2000 volte”.  

“Per inserire le operazioni, le transazioni, all’interno della blockchain non sarà più necessario che i cosidetti ‘minatori’ risolvano le operazioni matematiche, anzi in Ethereum i ‘miners’ spariranno, ma ci saranno i ‘validatori’ che lavoreranno in modo molto meno energivoro. E tutto ciò si traduce in un enorme risparmio di energia” spiega ancora Pierucci. “Questa rivoluzione rappresenta un evento strategico perché rende la tecnologia blockchain valida anche dal punto di vista energetico e sostenibile, rende la blockchain una tecnologia che può entrare così, a pieno titolo, nei processi industriali, nella Pa, nelle aziende o nelle professioni rafforzandosi come abilitatore digitale” conclude il presidente di Abie.  

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