(Adnkronos) – Non è stata trovata l’arma con cui è stata uccisa Elena Del Pozzo a Mascalucia nel catanese nonostante le ricerche dei carabinieri del Sis e del comando provinciale di Catania e del Ris di Messina. I militari hanno anche battuto a fondo la campagna, dove è stato trovato il cadavere della bimba.
Gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Messina chiariranno, inoltre, se sono di sangue e a chi appartengano le macchie, trovate su un vestito di Martina Patti, la 23enne detenuta nel carcere catanese di Piazza Lanza per l’omicidio della figlia. Il capo d’abbigliamento è stato sequestrato dopo la perquisizione all’interno della casa della donna.
I PUNTI DA CHIARIRE – Oltre a trovare l’arma del delitto che i carabinieri ritengono essere un coltello da cucina, va ancora chiarito, in primis, se la donna abbia agito da sola o con la complicità di altre persone che potrebbero avere aiutato Martina nell’esecuzione del delitto, cosi come non vi è chiarezza sul luogo dell’omicidio della bambina che la mamma, per bocca del suo avvocato difensore, ha detto di aver ucciso sul terreno del ritrovamento del cadavere all’interno di 5 sacchi di plastica.
L’OMICIDIO – Sono più di 11 le coltellate inferte alla piccola Elena Del Pozzo, il cui funerale si terrà mercoledì alle 17 nella Cattedrale di Catania in Piazza Duomo. “Una sola coltellata è stata letale perché ha reciso i vasi arteriosi dell’arteria succlavia ma la morte non è stata immediata” riferiscono fonti della Procura. “Il decesso”, inoltre, “è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13”. L’avvocato Gabriele Celesti, legale di Martina Patti, nei giorni scorsi ha anticipato che chiederà una perizia psichiatrica per la sua assistita.