Dimissioni Mancini, l’addio del ct: i motivi, l’Arabia Saudita e il successore

(Adnkronos) – Roberto Mancini rassegna le dimissioni e lascia la Nazionale, dicendo addio alla panchina dell’Italia. Un fulmine azzurro a ciel sereno nell’estate del calcio italiano, con il passo indietro del 58enne commissario tecnico a meno di un mese dall’inizio delle qualificazioni per Euro 2024. Mancini, appena nominato coordinatore delle Nazionali dall’Under 20 alla selezione maggiore, chiude l’avventura azzurra, complice forse anche una ricchissima offerta dall’Arabia Saudita. E la Figc, in piena estate, deve avviare un complicato casting per individuare il nuovo ct: da Luciano Spalletti a Antonio Conte, da Rino Gattuso a Fabio Cannavaro, i nomi rimbalzano tra media e social. 

L’addio di Mancini diventa ufficiale nel primo pomeriggio, con la conferma della Figc dopo le voci circolate nelle ore precedenti. “La Federazione Italiana Giuoco Calcio comunica di aver preso atto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla carica di Commissario Tecnico della Nazionale italiana, ricevute ieri (sabato 12 agosto, ndr) nella tarda serata. Si conclude, quindi, una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023; in mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra. Tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a Uefa Euro 2024 (10 e 12 settembre con Nord Macedonia e Ucraina), la Figc comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo ct della Nazionale”, rende noto via Allegri. 

Mancini dice la sua nel tardo pomeriggio, con un post su Instagram: “Le dimissioni da ct della Nazionale sono state una mia scelta personale. Ringrazio il Presidente Gabriele Gravina per la fiducia, insieme a tutti i membri della Figc. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e tifosi che mi hanno accompagnato in questi 5 anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell’Europeo 2020. È stato un onore, azzurri”. 

Le poche parole dell’ex ct non svelano il mistero. Perché le dimissioni a metà agosto, con impegni ormai vicini? Perché il passo indietro a 10 giorni dalla nomina a coordinatore delle Nazionali? Il flop con la mancata qualificazione al Mondiale 2022 ha lasciato il segno, l’incarico e la gestione dell’ambiente azzurro dopo la scomparsa di Gianluca Vialli sono cambiati. Complici i social, si diffondono rumors relativi al malumore del tecnico per le variazioni apportate allo staff azzurro. C’è chi azzarda che la rottura sarebbe legata all’eventuale ingresso di Leonardo Bonucci, 36enne difensore ai margini della rosa della Juventus, nei quadri federali. Tocca al giocatore prendere posizione in maniera perentoria. 

“Grazie Roberto Mancini per gli splendidi anni trascorsi insieme e per le vittorie entrate nella storia del nostro calcio. Ad oggi stufo di essere coinvolto in dinamiche completamente estranee alla mia persona e totalmente destituite di ogni fondamento, ci tengo a sottolineare quanto sia lontana da me l’idea di ricoprire ruoli mai nemmeno lontanamente proposti”, scrive Bonucci, legato alla Juve da un contratto fino al 2024 ma di fatto fuori dalla rosa agli ordini di Massimiliano Allegri. “In quanto giocatore della Juventus, e rispettando il mio contratto con puntualità e correttezza, vedo l’azzurro rimanere per me solo il colore di una maglia da indossare sul campo con orgoglio e riconoscenza”, aggiunge il difensore. 

Sullo sfondo, inevitabile, l’Arabia Saudita. Il nuovo ‘paradiso’ del calcio, con contratti da capogiro e ingaggi stellari, potrebbe diventare la nuova patria calcistica di Mancini. I media locali fanno riferimento ad un’offerta ricchissima – circa 18 milioni a stagione – per un contratto triennale come ct della selezione saudita, con vista sui Mondiali 2026. Nei prossimi giorni, la proposta dovrebbe assumere contorni più definiti. 

La Figc, ora, deve correre ai ripari e anche in fretta.
I nomi sull’agenda federale sono diversi, con caratteristiche differenti. Luciano Spalletti, fermo dopo lo scudetto vinto lo scorso anno con il Napoli, potrebbe essere il candidato in pole position. Ci sarebbe però la questione relativa alla penale da versare al club partenopeo per liberare il tecnico. Rimbalza il nome di Antonio Conte, già ct azzurro tra il 2014 e il 2016, ora ai box dopo l’epilogo dell’avventura al Tottenham. Sullo sfondo, i nomi di tecnici più giovani, legati all’azzurro dai successi ottenuti da calciatori. Non vanno scartate le ipotesi legate a Fabio Cannavaro e Rino Gattuso, fino alla ‘scommessa’ suggestiva con l’investitura di Daniele De Rossi per un nuovo ciclo. 

 

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