Crisi governo, Letta: “Non disponibili a tirare avanti purchessia”

(Adnkronos) – “Non siamo disponibili a tirare avanti purchessia. Se non ci saranno le condizioni, se gli altri partiti della maggioranza non ci staranno, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani. E noi saremo pronti ad andare davanti agli italiani con il nostro progetto”. Così il segretario del Pd Enrico Letta, in un incontro con la stampa a Milano, dopo lo ‘strappo’ del M5S. 

“Se le cose andranno come annunciato in Senato c’è bisogno di un chiarimento politico di fronte al Paese, in parlamento: per noi quella è la strada principale. Si vada in parlamento ad ascoltare il presidente del Consiglio e ogni partito della maggioranza si assuma le sue responsabilità sul proseguo di questa legislatura – ha sottolineato – Quel passaggio è fondamentale perché questo governo è nato in parlamento, il parlamento è la sua fonte di vita e li si deve capire cosa deve succedere”.  

“Li ascolteremo le parole del presidente del Consiglio, li diremo la nostra e cioè che si è aperta una fase dove gli ultimi 9 mesi di questa legislatura possono essere ben utilizzati per una svolta sociale. Noi siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi”, ma se le condizioni non si saranno “la parola passerà agli italiani”, ha affermato Letta. 

“La cosa più naturale è che il presidente del Consiglio venga in Aula e li indichi un percorso possibile per i 9 mesi che abbiamo davanti e i partiti politici dicano se questo percorso è convincente oppure no. Quello che si dirà in Parlamento la settimana prossima sarà decisivo, quello che si dirà li consentirà di andare a completare la legislatura o vorrà dirà che si andrà davanti agli italiani” per il voto, ha quindi spiegato il segretario del Pd. 

“A me sembra che questa sia un’ipotesi totalmente improbabile dopodiché quando si va in Parlamento il Parlamento è sovrano e quindi ascolteremo tutti”, ha poi replicato alla domanda se fossero disponibili a una maggioranza alternativa senza i Cinquestelle qualora fosse individuata dal presidente della Repubblica. 

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