Covid, Oms: variante Kraken non è più grave

(Adnkronos) – Più immunoevasiva e trasmissibile, ma non più grave. Si rafforzano le evidenze sulla variante di Sars-CoV-2 battezzata Kraken sui social, cioè Omicron XBB.1.5. E queste sono le qualità che ora sembrano profilarsi con maggiore precisione, secondo l’ultima valutazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul rischio rappresentato da questo mutante, riportata nell’aggiornamento settimanale su Covid. “Esistono prove di un aumento del rischio di trasmissione e di fuga immunitaria. Queste evidenze sono di forza moderata”. Sulla base delle sue caratteristiche genetiche e delle stime del tasso di crescita, “è probabile che contribuisca all’aumento dell’incidenza di casi” Covid “a livello globale”. Dai report di diversi Paesi, “non è stato osservato alcun segnale precoce di un aumento della gravità”.  

Ma, viene puntualizzato, “il numero di casi associato a XBB.1.5 è ancora basso e quindi la gravità non può ancora essere valutata con sicurezza”. Nel loro insieme, è la conclusione della valutazione Oms, le informazioni disponibili suggeriscono che Kraken “non sembra avere ulteriori rischi per la salute pubblica rispetto agli altri lignaggi discendenti di Omicron”. La nuova analisi dell’Agenzia Onu per la salute arriva dopo l’ultima riunione degli esperti del gruppo consultivo tecnico dell’Oms sull’evoluzione del virus (Tag-Ve), che si è tenuta il 23 gennaio. L’Oms ha rivisto anche il livello di affidabilità della valutazione del rischio, che ora sale da basso (11 gennaio) a moderato (25 gennaio), in quanto l’analisi si è basata su ulteriori report dai Paesi sulla prevalenza e sul vantaggio di crescita di Kraken e su studi di laboratorio aggiuntivi.  

XBB.1.5 è il lignaggio discendente di XBB, ricombinante di due lignaggi discendenti BA.2. La maggior parte delle sue sequenze depositate in banca dati arrivano dagli Usa. Da ottobre 2022 al 23 gennaio 2023, sono state segnalate 8.931 sequenze di Kraken da 54 Paesi, il 75% delle quali erano degli States. I Paesi con una prevalenza superiore all’1% risultano essere Regno Unito (9,9%), Canada (3%), Danimarca (2%), Germania (1,5%), Irlanda (1,3%) e Austria (1,3%).  

L’Oms e il Tag-Ve raccomandano agli Stati membri di dare la priorità a studi che permettano di superare le incertezze relative al vantaggio di crescita, alla fuga dagli anticorpi e alla gravità di XBB.1.5. Nel complesso l’agenzia sta attualmente monitorando da vicino quattro lignaggi discendenti di Omicron: BF.7, il gruppo BQ.1 (e BQ.1.1 Cerberus), BA.2.75 Centaurus (incluso i suoi ‘figli’ BA.2.75.2 e CH.1.1) e la famiglia XBB (incluso Kraken XBB.1.5). Proprio di quest’ultima viene diffusa l’analisi del rischio.  

Rispetto alle valutazioni di inizio di gennaio, osserva l’Oms, “più Paesi hanno riportato un aumento della prevalenza di XBB.1.5. La variante ha un vantaggio di crescita, sulla base dei report di Usa, Regno Unito e Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)”. Studi preliminari di laboratorio sulla fuga dagli anticorpi “indicano che XBB.1.5 ha una immunoevasività maggiore rispetto alle altre Omicron precedenti a XBB in vaccinati con tre dosi di vaccino a mRna, anche se la neutralizzazione è stata ripristinata da un richiamo bivalente. Questi risultati vanno confermati in studi sull’efficacia vaccinale”.  

 

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