Covid, Natale 2022 e quarta dose vaccino: cosa dicono Bassetti, Andreoni, Ricciardi

(Adnkronos) – Covid e influenza, per gli esperti il Natale 2022 rischia di essere difficile. E fare la quarta dose di vaccino diventa più mai fondamentale. “Gli anziani, soprattutto gli over 80, stanno sottovalutando la vaccinazione anti-Covid e anche quella antinfluenzale. Questo è un errore e un rischio altissimo in vista del Natale che non possiamo permetterci. Abbiamo davanti ancora un mese da qui alle festività, gli anziani che non hanno fatto le vaccinazione le facciano subito. Il Natale sarà tranquillo solo se vaccinati, ma temo che ci sarà una brutta influenza mischiata al Covid, con un picco probabile proprio a Natale, e sarà anche difficile fare diagnosi differenziate”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, sulle previsione dell’andamento epidemiologico Covid. Secondo Bassetti, “potrebbe essere un Natale con tante persone influenzate” quindi “se vogliono passare delle belle vacanze a dicembre con i nipoti e i figli, soprattutto in compagnia degli anziani e dei fragili, occorre che quest’ultimi si vadano a vaccinare contro Sars-CoV-2 e contro l’influenza. Stiamo vedendo tantissime persone che nel 2022 non hanno fatto la vaccinazione anti-Covid – rimarca – parliamo di over 80 che non possono prescindere dalla quarta dose”. 

“I dati che abbiamo oggi ci dicono che Covid-19 sta riprendendo vigore, la circolazione di queste varianti con grandi capacità di trasmissione fa sì che il virus circoli maggiormente, quindi credo sia indispensabile che il ministero della Salute affronti questo andamento epidemico con una valutazione settimanale, per essere pronto ad avviare quelle che sono le misure necessarie a contrastare la circolazione laddove ci fosse un incremento significativo” dei casi. “Se necessario occorrerà riconsiderare le misure di contenimento, tra le quali l’eventuale uso di mascherine in determinati ambienti, ad esempio”, sottolinea all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), a margine del XXI congresso nazionale, in corso a Roma. Sicuramente, “con la circolazione virale del Covid in aumento – aggiunge – mi aspetto un piano per la stagione invernale. Il ministro Schillaci ha già detto che intende fare una campagna di informazione per riportare all’attenzione della popolazione il tema della vaccinazione, l’arma più efficace che abbiamo per cercare di bloccare la pandemia”, aggiunge. 

“Bisogna prendere atto che la popolazione è stanca della vaccinazione anti-Covid considerata da molti come un fastidio, un elemento di grande fatica psicologica. Ma dobbiamo insistere sulla campagna per la quarta dose che va a rilento, dando la priorità ai soggetti fragili”, sottolinea ancora Andreoni che aggiunge: “In generale, se l’epidemia tenderà ad evolvere ulteriormente dovremo riconsigliare la vaccinazione a tutta la popolazione”. 

“Dobbiamo fare il massimo sforzo per convincere le persone fragili a fare la quarta dose e, in alcuni casi, addirittura la quinta dose – raccomanda – Più vacciniamo più riusciamo a controllare la circolazione del virus. Questo è un dato incontrovertibile e abbondantemente dimostrato dalla scienza medica e dai dati dell’epidemiologia. In questo senso la vaccinazione dovrebbe essere maggiormente estesa il più possibile”. 

Manca un mese al terzo Natale passato in ‘compagnia’ del Covid e “sarebbe opportuno, prima di andare a comprare i regali, di fare la quarta dose del vaccino e contemporaneamente anche l’antinfluenzale”. Lo suggerisce all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ipotizzando una previsione dell’andamento epidemiologico Covid per il prossimo Natale. “Più gli anziani posticipano il secondo richiamo più saranno scoperti per le festività natalizie che, immagino, quest’anno saranno senza limitazioni – avverte Galli – A questo rischio di contagio da Sars-CoV-2 aggiungerei anche quello per l’influenza che, visto quello che è successo già in Australia, sarà sicuramente più pericolosa. Non sappiamo se un semplice ‘starnuto’ o una potente ‘tempesta’, ma sappiamo che l’influenza colpirà a Natale”. 

In vista delle festività natalizie, quindi dei pranzi in famiglia con tante persone riunite a casa, “chi ha cari in condizioni fragili deve avere cura – rimarca l’infettivologo -. Ovvero non devono essere esposti al rischio contagio Covid ma soprattutto dovrebbero essere vaccinati al più presto se non l’hanno fatto. Le situazioni super affollate, almeno in linea teorica, con questi numeri del virus non ce le possiamo permettere. L’indicazione è di avere prudenza e di stare attenti ai grandi anziani, è un periodo – conclude – in cui è facile incubare un’infezione senza rendersene conto e quindi è anche facile contagiare le persone di famiglia”. 

Un piano per l’inverno “serve”. A evidenziarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, che avverte: “Sicuramente ci sarà una risalita dei casi Covid, e anche un mix tra diversi tipi di influenza, quindi avremo un impatto clinico sul servizio sanitario nazionale, sugli ospedali” nelle prossime settimane. Alla luce di questo, osserva all’Adnkronos Salute, “ci dovrebbe essere una pianificazione, a mio avviso. Senza voler essere menagrami o pensare al peggio – puntualizza – occorre immaginare scenari diversi e quindi ritoccare quelle disposizioni già utilizzate riadattandole alle nostre nuove conoscenze” su Sars-CoV-2, “rispetto per esempio ai tempi di isolamento, come già si è pensato”. Ma anche “sull’utilizzo delle mascherine in termini più stringenti”, continua il docente di Igiene dell’Università Statale di Milano. 

L’esperto ritiene utile prevedere “ipotesi via via crescenti che riprendano scenari anche del passato, senza voler pensare che debbano esserci per forza – precisa – ma proprio solo per prepararsi a qualcosa che spero non si attui. Anche in termini di riorganizzazione dei reparti. In questo momento stiamo gestendo i pazienti non più in reparti Covid, ma con prassi di isolamento o spazi dedicati che appesantiscono un po’ l’operatività, perché ovviamente vestirsi e svestirsi per l’assistenza a questi pazienti diventa impegnativo”. 

Ancora poche quarte dosi di vaccino anti-Covid in Italia, il report settimanale della Fondazione Gimbe sottolinea addirittura un calo dell’12% negli ultimi sette giorni, e manca un mese a Natale che potrebbe essere difficile con l’insidia Covid più influenza. “Andrebbe varata una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione nei confronti della popolazione sull’importanza di vaccinarsi, mi pare che il ministro della Salute abbia detto che la vuole fare ma è importante farla subito”, dice all’Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica. Ma un mese basta per far ripartire bene il secondo richiamo per le immunizzazioni anti-Covid? “Siamo già in ritardo”, avverte.
 

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