Colacurci (Sigo): Sicurezza e percorsi omogenei in tutti i punti nascita”

(Adnkronos) – “Per i punti nascita il presupposto fondamentale è la sicurezza, che significa avere a disposizione nell’organico anche un anestesista e un pediatra con competenze specifiche neonatologiche”. Così Nicola Colacurci, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) e professore ordinario di ginecologia all’Università degli studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, in audizione sulle “Iniziative per aggiornare gli standard per la distribuzione dei punti nascita” in Commissione Affari sociali alla Camera.  

“Qualsiasi punto nascita venga aperto – afferma Colacurci – deve avere le stesse garanzie di sicurezza di tutti gli altri punti nascita, sia se fa 200 parti sia se ne fa tremila”. Come Società italiana di ginecologia e ostetricia “siamo a disposizione sia della formazione, sia di un sistema di certificazione, che ovviamente deve essere validato dal ministero della Salute, così da avere un valore anche medico legale. Noi parliamo di sicurezza di punti nascita, però dobbiamo anche considerare quanti contenziosi medico-legali abbiamo”. “Non è pensabile – sottolinea – che un medico specialista possa lavorare con il rischio di un contenzioso medico-legale, una vera e propria spada di Damocle, che lo costringa a pagare insieme ai suoi figli e ai suoi nipoti. Anche questo aspetto rientra nella gestione ottimale del punto nascita”.  

Colacurci ha poi ribadito che come Sigo “siamo a disposizione per fare formazione e simulazione, che ha un valore inestimabile. Però la simulazione si fa sul manichino, ben diverso quando si ha a che fare in sala operatoria con la gestione di una donna con emorragia”. Per il numero uno dei ginecologi italiani, quindi, è opportuno “creare percorsi omogenei e sicuri in tutti i punti nascita italiani, da Nord a Sud, e dare le garanzie ai medici che non andranno incontro a grandi difficoltà a causa dei contenziosi medico-legali, altrimenti di medici che vorranno gestire l’urgenza ostetrica non ne troveremo. Se vogliamo creare l’ospedale di rete, l’équipe deve essere fortemente incentivata. Parlo di incentivi economici e di carriera, affinché questi specialisti vadano con fiducia a coprire i posti vuoti”, conclude.  

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