Chieti, donna aggredita da lupo che le strappa cane dalle braccia

(Adnkronos) – Era uscita col suo cane, di piccola taglia, quando all’improvviso è stata assalita da un lupo che ha azzannato l’animaletto che stringeva. E’ successo, questa mattina, nel centro di Palombaro in provincia di Chieti. “Erano circa le 9.40 – racconta ad Adnkronos il sindaco di Palombaro, Consuelo Di Martino – quando il predatore l’ha aggredita. Si è avvicinato e ha cercato, in ogni modo, di strapparle l’animaletto dalle mani”.  

La padrona l’ha difeso strenuamente: in primo momento è riuscito a riprenderglielo dalle fauci. E si è incamminata, con il cagnetto in braccio, verso casa. Il lupo l’ha seguita per circa cinquanta metri. Lei, ad un certo punto, nel dramma del momento, spaventata, è caduta e il lupo le è saltato addosso. A quel punto ha afferrato il cagnolino che teneva in braccio ed è fuggito con la preda tra i denti. La donna, sotto choc e piena di graffi ed escoriazioni per la lotta, ingaggiata nel tentativo di salvare il cane, è stata soccorsa e portata in ospedale. “Sono state allertate tutte autorità competenti – riprende il sindaco -: sono arrivati subito i carabinieri forestali e il veterinario Asl. Abbiamo cercato il cagnolino, ma abbiamo trovato solo chiazze di sangue, poco lontano”. Potrebbe essere stato ucciso e sbranato. “Gli esperti affermano che è un comportamento piuttosto anomalo, pertanto, potrebbe trattarsi di un esemplare, magari cacciato dal branco e affamato, quindi potenzialmente pericoloso. Raccomandiamo la massima cautela”.  

ENPA – L’Ente Nazionale Protezione Animali è “addolorato” per quanto accaduto a Palombaro, in provincia di Chieti, dove una signora e il suo cagnolino sarebbero stati aggrediti da un animale che si sospetta essere un lupo. Nell’augurare alla signora una piena e rapida guarigione, la Protezione Animali chiede che vengano condotte accurate verifiche, anche attraverso l’analisi genetica di eventuali reperti biologici, per accertare l’esatta dinamica dei fatti e identità dell’animale coinvolto.  

“Come unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica – spiega l’Enpa – a prima vista è impossibile distinguere alcune razze di cani da un lupo. Pensiamo, ad esempio a quanto sia facile confondere un esemplare di pastore cecoslovacco con uno lupo. Solo l’esame del Dna permette di accertare con assoluta e scientifica certezza la specie di appartenenza. Insomma, anche se in perfetta buona fede, l’occhio può ingannare”.  

Lo conferma pure uno studio dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra) sugli eventi predatori, denunciati in Italia tra il 2015 e il 2019. Per circa un terzo dei casi – 3.660 su circa 18mila, scrive l’Ispra – le autorità veterinarie non sono state in grado di stabilire con certezza se le predazioni fossero state compiute da un cane o da un lupo. Sul caso di Palombaro, l’Ente Nazionale Protezione Animali invita tutti, autorità e istituzioni, alla massima cautela, anche perché secondo le prime ricostruzioni – una delle quali fatta proprio dal sindaco – il presunto ‘lupo’ avrebbe avuto un comportamento anomalo per la sua specie. Ciò nonostante, come peraltro accaduto in altre circostanze, c’è stata una gran fretta di puntare il dito contro il grande predatore, non lasciando neanche il beneficio del dubbio e senza neanche attendere che venissero compiute tutte le opportune verifiche da parte delle autorità competenti. “Con l’evidente rischio che questa vicenda venga strumentalizzata per alimentare le campagne d’odio e gli allarmismi non solo contro i lupi, ma più in generale contro tutti gli animali selvatici. È una visione biocida che – conclude Enpa – non appartiene né a noi né alla maggioranza degli italiani, e che rispediamo con forza ai suoi sostenitori: lupi e orsi sono specie particolarmente protette e tali devono rimanere”. 

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