Calciomercato, la valanga di denaro saudita e il caso Al-Hilal

(Adnkronos) – Un colpo alla volta, un’offerta alla volta. Il calciomercato è sempre più influenzato dalla valanga di denaro che sta arrivando dall’Arabia Saudita, con l’Al-Hilal, l’Al-Nassr e l’intera Saudi Pro League impegnata a convincere giocatori di richiamo dei principali campionati europei, Serie A inclusa, a scommettere sul presente ricco e sul futuro tutto da costruire del calcio arabo. 

Le cifre dell’ultimo affare quasi chiuso, il passaggio di Sergej Milinkovic-Savic, 28 anni, dalla Lazio all’Al-Hilal spiegano quanto sia ‘sleale’ la concorrenza dei dollari sauditi rispetto alle normali dinamiche del mercato: ‘il sergente’ preferisce 20 milioni di euro a stagione, fino al 2026, alla corte della Juventus e la Lazio incassa 40 milioni di euro. E non finisce qui. Il prossimo colpo potrebbe essere Nicolò Zaniolo. E anche in questo caso le cifre dell’offerta secondo i media turchi sono lontane da qualsiasi quotazione reale: 120 milioni di euro in 4 anni ovvero 30 milioni all’anno. Restando in casa Al-Hilal, sono già arrivati in questa sessione di mercato profili come Rúben Neves (26 anni), dal Wolverhampton per 55 mln, e Kalidou Koulibaly (32 anni) dal Chelsea per 23 mln. Potenzialmente, le casse, del club di Riad sono senza fondo. 

La scelta che riguarda i giocatori è sempre più delineata. Da una parte i milioni dei sauditi in un calcio ancora promozionale, dall’altra il calcio europeo, ancora più competitivo ma progressivamente più povero, con l’eccezione della Premier League e degli altri top club storici, dal Real Madrid al Barcellona, passando per Bayern Monaco e Psg. Guardando la lista dei colpi già chiusi in Arabia Saudita, ci si rende conto che non si tratta più solo delle scelte di campioni alle ultime stagioni di carriera, come Cristiano Ronaldo o Karim Benzema, ma di giocatori nel pieno della loro attività. Da N’Golo Kanté, 32 anni, a Roberto Firmino, 31 anni, e Marcelo Brozovic, 30 anni.  

Per le società e per il calcio italiano, se il trend di queste settimane diventasse la normalità, la prospettiva sarebbe altrettanto segnata. Ricchi e insperati incassi subito, a fronte di una accelerazione dell’impoverimento tecnico e di una conseguente ripercussione sul livello competitivo in Europa.  

La domanda che ricorre tra i tifosi e gli addetti ai lavori è soprattutto una: Quanto potrà durare? E’ solo l’ennesima bolla o sta cambiando in maniera strutturale la geografia del calcio? Impossibile dare una risposta in questo momento che non sia una cauta, e timida, speranza. Il calcio è da sempre lo sport del popolo, e la massa di tifosi che lo sostiene in Europa in Sudamerica continuerà ad avere un peso. Il denaro l’ha profondamento cambiato ma non è detto che riesca a conquistarlo definitivamente. (Di Fabio Insenga)  

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