Berlusconi salva conti in rosso di Forza Italia

(Adnkronos) – Forza Italia è sempre più una ‘questione di famiglia’. Quando non ci pensa il fondatore Silvio Berlusconi in prima persona (dal 2014 ha sborsato di tasca propria quasi 100 milioni di euro) ci sono le sue aziende o i familiari a rimpinguare le casse azzurre. Ad oggi, infatti, secondo quanto emerge dall’ultimo bilancio, con ben 92milioni di euro ‘prestati’, il Cav resta il ”principale creditore” nei confronti del Movimento lanciato nel ’94, nonchè, di fatto, l’unico proprietario. Basta spulciare tra le passività e leggere attentamente la voce ‘debiti verso altri finanziatori’, dove in realtà ‘l’altro finanziatore’ è uno solo: l’ex premier appunto. Non solo. Come capita da anni, la Fininivest ‘contribuisce alla causa’: ha staccato un assegno di 100 mila euro, confermandosi principale finanziatore del partito. In passato, pure Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier, è arrivato in soccorso alle finanze forziste: nel rendiconto si accenna a 4 milioni di euro versati per pegni in titoli. 

Carte alla mano, Fi ha i conti in rosso (presenta un disavanzo di 340mila 490 euro) ed è debitrice verso chi l’ha creata 28 anni fa per oltre 92milioni di euro. Si tratta, per l’esattezza, di 92milioni 230 mila 468 euro. In pratica, Berlusconi, per garantire la sopravvivenza della sua creatura politica, ha dovuto versare un contributo ‘monstre’ sotto forma soprattutto di fidejussioni personali. Parliamo di due tranches: una di oltre 46 milioni di euro nel 2014 e un’altra di poco più di 44 milioni nel 2015. In questo modo è riuscito ad appianare progressivamente l’esposizione debitoria verso le banche e a diventare unico ‘creditore-padrone’. 

Al 31 dicembre scorso, si legge nella nota integrativa firmata dal tesoriere e senatore Alfredo Messina, ex uomo Fininvest, i ‘debiti verso il presidente Berlusconi per saldo esposizione verso banche’ ammontano a “90 milioni 433 mila 600 euro”, a cui va aggiunto un milione 796mila 868 euro di ‘interessi passivi maturati’ per un totale di 92 milioni 230 mila 468 euro. Rispetto al 2020 i cosiddetti ‘debiti verso altri finanziatori, come si dice in gergo tecnico, sono aumentati di pochissimo, appena 9mila 043 euro. ”Per effetto” del disavanzo di circa 340mila euro, il “patrimonio netto incrementa la perdita progressiva, passando da 100 milioni 557 mila 905 euro del precedente esercizio ai 100 milioni 898 mila 395euro’ 

Anche se, raccontano, rimane irrisolto il problema dei morosi, ovvero di tutti quei deputati, senatori e consiglieri regionali, che non pagano regolarmente le quote dovute (900 euro al mese), una vera e propria gatta da pelare che ha comportato nel 2021 un ‘buco di cassa’ di almeno 2 mln euro, aumentano le ‘donazioni’ di privati, che superano il milione di euro. Le erogazioni volontarie da ‘persone fisiche’ ammontano, per la precisione, a un milione e 115 mila 759 euro, di cui 603mila 486 euro arrivano dalle tasche degli ‘eletti’, deputati senatori ed eurodeputati, mentre resta minimo il contributo da parte dei consiglieri regionali, appena 67mila 863 euro (era pari a 63mila 100 euro nel 2020).  

Buone notizie sul fronte delle ‘quote associative’: ”Sono iscritte per 363 mila 995 euro e risultano in aumento di 90 mila 295 euro rispetto al precedente esercizio dove mostravano l’importo di 273 mila 700 euro”. Nel dettaglio, le “contribuzioni volontarie”, scrive l’amministratore nazionale e commissario Messina nella sua relazione gestionale, ” ammontano complessivamente a 1 milione 115 mile 759 euro e incrementano di 430 mila 677 euro rispetto all’esercizio precedente, dove erano iscritte per 685 mila 082 euro”. In particolare,”si è verificato un incremento del 63 % degli incassi relativi alle contribuzioni dei parlamentari e delle persone fisiche, pari a 430 mila 677 euro” mentre la “raccolta delle contribuzioni provenienti da persone giuridiche aumenta la propria consistenza di 49 mila 200 euro, pari al 21 %”. 

Il tesoriere spiega nel dettaglio come mai il Cav si conferma principale creditore di Fi: ”Ricordiamo che tali debiti sono sorti in seguito all’intervento del presidente Berlusconi, che nel corso degli esercizi 2014 e 2015, a causa della escussione di fidejussioni personali da lui rilasciate in precedenti anni a diversi istituti bancari a garanzia di affidamenti da questi concessi al nostro Movimento, ha provveduto a saldare, in qualità di fideiussore, i debiti esistenti nei confronti delle banche interessate”. 

In particolare, si legge ancora nel bilancio, ”nei conti d’ordine figura nella voce ‘Garanzie (pegni, ipoteche) a/da terzi’ un ammontare di 7 milioni di euro relativo al pegno in titoli di 3 milioni rilasciato dal presidente Berlusconi in precedenti esercizi e ad ulteriori pegni in titoli per 4milioni di euro rilasciati da Paolo Berlusconi a fronte degli affidamenti concessi da un istituto bancario al nostro Movimento”. Riguardo alle passività migliora la voce ‘debiti verso fornitori’, pari a 1 milione 309 mila 158 euro. ”Confermando l’andamento evidenziato negli ultimi anni, sono in riduzione rispetto al passato esercizio”, annota Messina.  

Spulciando il rendiconto si scopre che Fi non ha molte liquidità’: 157mila 323 euro, per l’esattezza, perchè questa voce ha perso circa un milione di euro rispetto al precedente esercizio. ”L’importo di € 157mil 323 -sottolinea Messina- rappresenta la giacenza, compresi gli interessi eventualmente maturati, esistente alla data del rendiconto presso le banche con le quali il nostro Movimento intrattiene rapporti di conto corrente, oltre al conto corrente postale”. In contanti, il partito ha appena 226 euro. Al 31 dicembre il partito azzurro ha 15 dipendenti: un dirigente e 14 impiegati. (di Vittorio Amato) 

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