(Adnkronos) – Con la morte di Silvio Berlusconi, si contano sulle dita delle mani i fedelissimi, che gli sono stati sempre vicini sin dalla discesa in campo del ’94. Tra questi c’è sicuramente il ‘grande tessitore della politica’ Gianni Letta, da trent’anni al fianco del Cav, che ha detto un giorno di lui: “Gianni è un dono di Dio all’Italia…”. Letta, zio dell’ex premier Enrico, ha sempre lavorato un passo indietro, preferendo il ruolo di suggeritore alla prima fila.
Nelle scelte più importanti di Forza Italia, soprattutto nei momenti più bui e difficili (vedi il patto del Nazareno sulle riforme del 2014, la delicata operazione a cuore aperto nell’estate del 2016 e poi le ultime tensioni interne al partito tra filogovernativi vicini ad Atonio Tajani e filo-ronzulliani), c’è sempre stato un po’ il suo zampino. Soprattutto in veste di abile diplomatico, una qualità riconosciuta anche dagli avversari.
Berlusconi, dal canto suo, non ha mai nascosto la sua profonda ammirazione per lo strettissimo consigliere. Pur agendo nell’ombra, due volte Letta non è riuscito a passare inosservato: la prima volta, in occasione del patto della crostata, quando nella sua casa alla Camilluccia Massimo D’Alema e il leader di Forza Italia strinsero il famoso patto per le riforme istituzionali. La seconda, quando dal suo ufficio di palazzo Chigi, raccontano, condusse le trattative per la liberazione di Giuliana Sgrena, rapita dalla guerriglia irachena.
Letta nasce giornalista: fa la gavetta al ‘Tempo” di Roma. Nel 1973, a soli 38 anni, viene scelto come direttore dagli eredi del fondatore del quotidiano Renato Angiolillo. Resta alla guida del giornale quattordici anni, fino a quando non arriva, nell”87, la chiamata di Berlusconi alla Fininvest.
Il Cav lo sceglie come mediatore con il potere politico negli ultimi anni della prima Repubblica. Nel ’94, Letta, insieme a Confalonieri, è tra quelli che sconsigliano l’avventura politica all’imprenditore brianzolo. Fedele al suo ruolo di colomba, nessuno ricorda di Letta una polemica, una dichiarazione fuori posto.
Soprannominato l’eminenza azzurrina, il ‘dottor sottile’ del centrodestra o il Richelieu di Fi, Letta (nato ad Avezzano, nell’Abruzzo Marsicano 88 anni fa) ha sempre avuto rapporti cordiali con tutti, con gli alleati e gli avversari politici. E’ sempre stato il trait d’union tra il Cav e il Quirinale. L’unico ambasciatore, espressione dell’ala moderata di Fi, accreditato di Berlusconi in tutti i palazzi che contano.