(Adnkronos) – ”Le Regioni non devono essere percepite come enti burocratici ma come istituzioni dedicate a rispondere ai bisogni dell’ambiente, allo sviluppo locale, alla riduzione del disagio sociale, alla garanzia dei livelli delle prestazioni sanitarie, alla innovazione. Ciò si badi bene non in concorrenza con lo Stato ma in complementarietà con lo Stato. Solo la complementarietà, declinazione della leale collaborazione, è infatti il principio in grado di tenere unite le istituzioni, consentendo di realizzare nel pieno riconoscimento dell’autonomia, l’unità e l’indivisibilità della Repubblica”. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al Festival delle Regioni e delle Province autonome.
”Non vi è dubbio – ha sottolineato Fedriga – che le istituzioni regionali siano tra le istituzioni più stabili e coese, frutto della vicinanza al territorio, della necessità di rispondere e comprendere quotidianamente ai bisogni dei cittadini e delle imprese ma anche della capacità di interpretare le differenti esigenze dei territori e le loro specificità che rappresentano una ricchezza del nostro Paese. E infatti accanto all’unità e alla condivisione delle scelte e delle politiche, le Regioni rappresentano proprio quel valore di pluralismo che è portatore di innovazione e creatività. Ed è proprio da questa consapevolezza che bisogna ripartire”.
”Dobbiamo tutti essere cooprotagonisti della costruzione dell’Unità nazionale, ognuno con la propria specificità in un’ottica di solidarietà e interdipendenza, partecipando attivamente al processo che rende la Repubblica una e indivisibile e rispetto alla quale l’assetto regionale diviene esso stesso strumento di integrazione. In tale prospettiva vanno lette oggi le iniziative intraprese da alcune regioni per il riconoscimento di forme e condizioni di particolare autonomia, previste dall’articolo 116 comma terzo della Costituzione, quali possibili punti di approdo nella ricerca di forme di governo territoriale avanzate, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni e della perequazione infrastrutturale, all’insegna di un nuovo equilibrio tra unità e differenziazione. Crediamo che la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome possa rappresentare un organismo nel quale insieme condividere i principi generali di questa riforma”, conclude.