Attrice Sibilla Barbieri si è sottoposta a suicidio assistito in Svizzera

(Adnkronos) – L’attrice Sibilla Barbieri si è sottoposta a suicidio assistito in Svizzera. A renderlo noto è l’Associazione Luca Coscioni riferendo che è stata accompagnata dal figlio e da Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni. “Sibilla Barbieri, una paziente oncologica terminale e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni, è morta: ha preso questa difficile decisione per porre fine alle sue sofferenze trovando nella Svizzera l’unica via disponibile perché la Asl romana ha negato la richiesta, inviata ad agosto, di poter morire legalmente in Italia”, fa sapere l’Assoziazione.  

Autrice, produttrice, regista e attrice, la formazione professionale di Barbieri ha spaziato in diversi settori artistici. In qualità di produttrice ha fondato, assieme a Simona Barbieri, la società di produzione La Siliàn, attiva dal 2008. 

“La sua scelta è stata a seguito del fatto che la sentenza numero 242/19 della Corte costituzionale stabilisce i criteri per accedere legalmente alla morte volontaria assistita – prosegue l’Associazione – Sibilla Barbieri soddisfaceva tutti i requisiti, ma le è stato negato questo diritto in Italia a causa di un’interpretazione restrittiva dei requisiti da parte dell’azienda sanitaria. Il diniego, motivato dal mancato requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, ha obbligato Sibilla a cercare il sollievo alle sue sofferenze altrove”. 

“Quest’azione comporta rischi considerevoli per chi l’ha aiutata. Martedì 7 novembre, Marco Cappato si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile, che ha organizzato e finanziato il viaggio di Sibilla, insieme a Marco Perduca che vi ha preso parte e al figlio di Sibilla”, continua l’associazione. “Quanto Sibilla Barbieri ha dovuto subire dimostra una volta di più la totale mancanza di un confronto serio e rispettoso sul diritto alla morte. In mancanza di un dibattito istituzionale, continuerà a mancare la tutela per le persone che vorrebbero ma non possono o che o che non incontrano chi è disponibile ad aiutarle – conclude l’Associazione Luca Coscioni – È tempo di un cambiamento e di una riflessione più ampia su questo tema così rilevante per molti individui e famiglie in Italia”. 

 

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