Attacco droni su Mosca, Russia: “Risposta dura a Kiev”

(Adnkronos) – Mosca “si riserva il diritto di adottare le misure più dure possibili” in risposta agli “attacchi terroristici del regime di Kiev”. E’ quanto afferma il ministero degli Esteri russo, dopo gli attacchi con droni di questa mattina sul quartiere Rublyovka, la zona residenziale delle élite russe. L’obiettivo di quello che il presidente Vladimir Putin ha definito ”un attacco terroristico” su Mosca è stato quello di cercare di “provocare” e “spaventare” la Russia. Le difese aree nella capitale russa hanno funzionato bene, ma, ha promesso il leader del Cremlino, verranno rafforzate. “Abbiamo colpito la sede dell’intelligence militare dell’Ucraina due o tre giorni fa. L’obiettivo rientra nell’ambito delle sedi e dei centri decisionali che è possibile colpire”. 

L’attacco era diretto “contro obiettivi civili”, ha detto ancora Putin, minacciando ritorsioni e affermando che i cittadini ucraini dovrebbero capire che il loro governo sta spingendo la Russia a intraprendere misure in risposta.  

Almeno tre droni hanno sorvolato stamane l’esclusivo quartiere residenziale della Rublyovka, dove si trova anche la residenza del presidente Putin di Novo Ogarevo e quella del numero due del Consiglio di sicurezza nazionale, Dmitry Medevedv. I droni, ha detto Mosca, sono stati abbattuti come altri su altre quattro zone della regione di Mosca.
 

L’attacco ha causato lievi danni e alcuni feriti. Tra i palazzi colpiti, un condominio di via Profsoyuznaya, dove sono stati danneggiati i piani più alti, la facciata e infrante diverse finestre, con i residenti degli ultimi tre piani evacuati. Un altro edificio in via Atlasov 11, nel quartiere residenziale della Nuova Mosca, ha avuto la facciata e infrante le finestre. Colpito anche un palazzo della via Leninsky, forse dopo che un drone è stato abbattuto. 

Dozhd Tv ha reso noto che esplosioni sono state udite nei quartieri residenziali periferici di Odintsovo e Krasnogorsk e intorno alle autostrade di Novorizhskoe e Rublyovskoe, dal nome del quartiere esclusivo in cui vive l’elite politica ed economica russa. Secondo il canale Telegram Baza, sono stati coinvolti nell’attacco 25 droni. Il ministero della Difesa ha parlato invece di soli otto droni tutti, a suo dire, intercettati. 

“Questa mattina, il regime di Kiev ha condotto un attacco terroristico nella regione di Mosca. Contro obiettivi civili”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Shoigu, parlando alla televisione russa , dopo l’attacco con droni oggi a Mosca. 

Il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu afferma che Mosca sta monitorando l’accresciuto invio di armi occidentali all’Ucraina e ne colpisce i depositi. I paesi occidentali “stanno aumentando la fornitura di armi all’Ucraina. Monitoriamo il volume e la via dei rifornimenti e, quando la individuiamo, la colpiamo. Negli ultimi giorni, grandi depositi occidentali di armi a Khmelnitsky, Ternopol e Nikolayev sono stati spazzati via e un sistema anti missile Patriot è stato colpito a Kiev”, ha detto Shoigu in una conference call, secondo quanto riferisce la Tass. Secondo Shoigu, i paesi occidentali premono su Kiev perché lanci una controffensiva su vasta scala malgrado, sostiene, l’Ucraina abbia avuto significative perdite di soldati. 

Il governo ucraino ha tuttavia negato ogni responsabilità, ma ha sostenuto che questi raid “aumenteranno” in futuro. “Per quanto riguarda gli attacchi: ovviamente siamo contenti di quello che abbiamo visto e prevediamo un aumento del numero dei raid”, ha dichiarato Mykhailo Podolyak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista ai media locali. “Ovviamente non abbiamo niente a che fare direttamente con questo”, ha aggiunto. Il ministero della Difesa russo ha invece incolpato Kiev per l’attacco “terroristico” contro Mosca con otto droni. 

Ivan il Terribile qui cacciava e, dopo Pietro I, vi presero dimora sedici famiglie di principi. Nell’Ottocento, quando vi si era stabilita l’aristocrazia, “nelle case si parlava francese o inglese e il russo era la lingua della servitù che i signori spesso non comprendevano”. Nel Novecento, si trovavano dacie e residenze dei membri del Comitato centrale e della nomenklatura, a partire da Trozky che subito dopo la Rivoluzione d’Ottobre si insediò nel palazzo dei principi Jusupov. Vi abitò il violoncellista Rostropovich che ospitò, nella dependance della sua residenza, lo scrittore Aleksandr Solgenitsyn prima del suo esilio. Vi abitò Boris Eltsin presidente. Nel Duemila, iniziarono a essere costruite le ville degli oligarchi.  

Ecco riassunta in poche righe la storia del quartiere della Rublyovka, che oggi almeno tre droni hanno sorvolato poco prima di essere abbattuti, una zona di boschi secolari che si estende intorno alla superstrada Rublyovo-Uspenskoe. Gli oligarchi si sono avvicendati. Ma la zona rimane la più esclusiva della capitale.  

“A Mosca lo zoo dei milionari si chiama Rublyovka. Niente gite da queste parti. Tanto le ville non si vedono comunque, oltre gli altissimi muri di recinzione”, ha scritto Valerij Panjuskin, nel libro Rublyovka, pubblicato nel 2013 (in Italia l’anno successivo da E/O con il titolo “L’olimpo di Putin”). Una zona a forma di “cetriolo lungo venti chilometri e largo una dozzina”. E quando passano i cortei di auto del Presidente o del Premier le auto di lusso che percorrono abitualmente quel tratto di superstrada rimangono pazientemente ferme per 40 minuti. 

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