A Pontida anche il gazebo calabrese

(Adnkronos) – (dall’inviata Cristina Livoli) – “Può sembrare strano che pur provenendo dalla Calabria siamo qui a Pontida, ma è proprio perché vogliamo dare una testimonianza della nostra condivisione rispetto al progetto di Matteo Salvini, che è quello di dare autonomia, e dunque valorizzare, tutte le regioni italiane rendendo il Paese più sicuro, più ordinato e soprattutto con più lavoro”. A parlare all’Adnkronos è Francesco Artusa, imprenditore vibonese del settore agroalimentare e titolare del gazebo calabrese presente sul pratone di Pontida.  

“Noi -spiega Artusa, che è anche consigliere comunale a Filandari, nel vibonese, tra i primi politici leghisti al Sud “quando ci tiravano le arance”, candidato a sindaco alle amministrative del 2018- siamo imprenditori e con i nostri prodotti tipici esportiamo in molti Paesi del mondo. Siamo profondamente attaccati al nostro territorio, ma quando veniamo qui al Nord restiamo impressionati da come vengono ben gestite le cose. Cosa che non accade al Sud, dove siamo indietro di 40-50 anni. Già lungo il percorso per venire qui, stamattina, abbiamo visto un ambiente curato, pulito, ordinato. Sembrerà banale, lo so, ma per non parlare dei livelli della sanità e di tante altre cose che influiscono sulla vita delle persone. Il Nord dà tante opportunità e mi chiedo perché non portarle anche al Sud? Il Sud deve uscire dalla logica dell’assistenzialismo, anche perché di imprenditori che investono, producono, lavorano ce ne sono tanti. E hanno bisogno di un governo forte, nel quale poter credere. La politica in Calabria, invece, in 50 anni ci ha affossato. Eppure abbiamo le coste più belle, tanti prodotti che sono eccellenze apprezzate in tutto il mondo, perché non valorizzarle? Perché non prendere spunto dalle idee leghiste? Io vorrei portare al Sud il vento di cambiamento e di innovazione che si respira qui al Nord”.  

E quando si parla di autonomia, Artusa rimarca: “l’Italia nasce dalle autonomie, già il fatto stesso che ogni regione abbia i suoi prodotti e le sue tradizioni che la contraddistinguono, significa autonomia. Noi, piuttosto, dobbiamo reclamarla l’autonomia, perché sono sicuro che l’Italia ne risulterebbe valorizzata. Unire i territori, invece, rischia di appiattirla totalmente”. 

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