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Ceglie, il San Raffaele si difende: «Nessun addebito dopo 45 ispezioni dell’Asl»

Le condizioni assistenziali garantite ai pazienti del centro di riabilitazione gestito dalla Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica risultano “adeguate”. È quanto fa sapere la stessa Fondazione a proposito delle 45 ispezioni condotte dall’Asl di Brindisi nella struttura sanitaria in poco più di un mese. La precisazione arriva all’indomani dell’atto con cui la Regione Puglia…

Le condizioni assistenziali garantite ai pazienti del centro di riabilitazione gestito dalla Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica risultano “adeguate”. È quanto fa sapere la stessa Fondazione a proposito delle 45 ispezioni condotte dall’Asl di Brindisi nella struttura sanitaria in poco più di un mese. La precisazione arriva all’indomani dell’atto con cui la Regione Puglia ha ordinato l’ispezione e l’analisi delle cartelle cliniche di tre pazienti morti nel centro di riabilitazione.

La difesa

I vertici della Fondazione paventano una sorta di accanimento nei loro confronti: «Fossero le ispezioni la normale modalità di gestione di cliniche e ospedali pugliesi, godremmo certamente tutti di una sanità migliore – si legge in una nota – Laddove, invece, ciò non dovesse essere, così come risulta evidente, e si trattasse invece di stucchevole, mero accanimento nei confronti di un’azienda che ha sempre dimostrato professionalità, eccellenza e serietà, chi risponderà delle conseguenze? Chi se ne assumerà le responsabilità?».

La querelle

Il centro di riabilitazione gestito dalla Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica è da settimane al centro di una querelle. Il protagonista è Fabiano Amati, consigliere regionale di Azione e presidente della Commissione Bilancio di Via Gentile, che a più riprese ha denunciato la (presunta) mancanza di titoli e professionalità degli operatori del centro di Ceglie Messapica, proponendo di trasferirne la gestione all’Asl di Brindisi. La questione è finita davanti al Tar di Lecce che si pronuncerà il prossimo 18 settembre. Sul punto, la Fondazione non ha dubbi: «Le notizie che si rincorrono in queste settimane sulla negligenza e la mancanza di professionalità dei lavoratori hanno alimentato un clima intollerabile all’interno del centro, di mortificazione, di sconforto e destabilizzazione e non sono sicuramente di conforto, anzi, alle famiglie dei pazienti già provate nel profondo dalla malattia dei propri cari».

I pazienti morti

In attesa che il Tar di Lecce si pronunci sulla gestione del centro, tiene banco il caso di tre pazienti morti nei giorni scorsi. A sollevare il caso è stato ancora una volta Amati che ha presentato all’Asl di Brindisi un’istanza con richiesta di riscontro immediato. L’obiettivo? Sapere con certezza se un paziente, non italiano e con condizioni cliniche in miglioramento, sia stato ritrovato morto nel letto di degenza dopo diverse ore dall’evento e, nel caso, quale sia stata la causa del decesso; se un altro paziente sia deceduto e, nel caso, per quale causa e in quale condizione clinica; se è un altro paziente ancora si sia aggravato durante la degenza, tanto da essere trasportato all’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi e morire nello stesso ospedale oppure durante il trasporto. Anche la Regione vuole vederci chiaro, infatti il Dipartimento della Salute ha chiesto all’Asl di Brindisi di avviare un’immediata verifica da concludere entro le 14 di domani: la verità sulle morti dei ben tre pazienti del centro di Ceglie Messapica gestito dalla Fondazione San Raffaele, dunque, potrebbe essere molto vicina.

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