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Ventuno anni fa l’omicidio di Gaetano Marchitelli, Leccese: «Bari è cambiata ma non basta»

Il 2 ottobre del 2003 Gaetano Marchitelli, 15 anni, stava lavorando in pizzeria, come tutte le sere, per non dover gravare sulla famiglia, per mantenersi agli studi e coltivare le sue passioni quando all’improvviso, intorno alle 23, un commando criminale a bordo di un’auto iniziò a sparare all’impazzata contro un gruppo di ragazzi fermi davanti…

Il 2 ottobre del 2003 Gaetano Marchitelli, 15 anni, stava lavorando in pizzeria, come tutte le sere, per non dover gravare sulla famiglia, per mantenersi agli studi e coltivare le sue passioni quando all’improvviso, intorno alle 23, un commando criminale a bordo di un’auto iniziò a sparare all’impazzata contro un gruppo di ragazzi fermi davanti alla pizzeria.

Gaetano venne colpito alla schiena da uno di quei colpi, destinati ad altri, e morì sul colpo. Gaetano Marchitelli è una vittima innocente di mafia.

A 21 anni dal quel tragico evento, il Comune di Bari ha voluto ancora una volta ricordare Gaetano deponendo una corona di fiori sulla lapide realizzata in piazza Umberto I, nel quartiere Carbonara, dove è stato anche realizzato un murale che ritrae il giovane barese sorridente.

«Il dovere di conservare la memoria»

«Lo dico spesso, ricordare non deve un mero esercizio: abbiamo il dovere di conservare la memoria delle troppe vittime innocenti di mafia affinché tutti possano schierarsi con chiarezza dalla parte giusta», ha affermato il sindaco Vito Leccese intervenuto alla memoria.

Citando Peppino Impastato, il primo cittadino di Bari ha ricordato «che siamo chiamati a fare una scelta di campo, da un lato ci sono i buoni, coloro che credono nella forza del bene, dall’altro coloro che cedono al fascino del male».

«Bari ha avuto uno scatto d’orgoglio ma non basta»

Leccese ha posto l’accento sulla responsabilità che tutti hanno nel contrastare «le logiche della criminalità organizzata. Sappiamo che, solo attraverso la legalità e la convivenza civile e pacifica – ha affermato -, si può essere protagonisti della crescita sana di una comunità. Sappiamo anche che la strada è in salita ma la direzione è quella giusta» perché «Bari non è più la stessa città degli anni ’90, in cui 14 clan criminali controllavano militarmente il territorio e la malavita incendiava teatri, faceva saltare in aria i direzionali delle aziende. Bari ha avuto uno scatto d’orgoglio, certo. Ma questo non basta, non dobbiamo abbassare la guardia e il nostro impegno a perseguire la legalità deve continuare a essere quotidiano e costante, a prescindere dal ruolo di ognuno di noi», ha concluso il sindaco.

Alla cerimonia sono intervenuti la presidente del Municipio IV Maria Chiara Addabbo con i consiglieri municipali, l’assessora regionale alla Legalità Viviana Matrangola e il responsabile del presidio di Libera Bari don Angelo Cassano.

Addabbo: «Impegniamoci quotidianamente contro la criminalità»

«A soli dieci giorni dalla tragica morte di una giovane ragazza durante una sparatoria – ha ricordato Addabbo riferendosi all’omicidio della 19enne Antonella Lopez uccisa in una discoteca a Molfetta – ribadiamo che non è solo la memoria a far paura, ma l’impegno quotidiano contro la criminalità, come mi ha insegnato Stefano Fumarulo e che continueremo a portare avanti insieme a Libera, al fianco delle famiglie, supportati dai cittadini, contando insieme ogni passo», ha concluso citando Peppino Impastato.

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