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Gaza, ostaggi al Cairo per i negoziati. Israele è pronto a invadere la Striscia per sterminare Hamas

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha approvato la partenza di due delegazioni dello Stato ebraico verso Doha e Il Cairo per negoziare nei prossimi giorni l'accordo sugli ostaggi. «essun ostaggio resterà nella Striscia di Gaza», ha promesso intanto Netanyahu nel corso dell'incontro con i familiari dei sequestrati, ancora nelle mani di Hamas dal 7…

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha approvato la partenza di due delegazioni dello Stato ebraico verso Doha e Il Cairo per negoziare nei prossimi giorni l’accordo sugli ostaggi. «essun ostaggio resterà nella Striscia di Gaza», ha promesso intanto Netanyahu nel corso dell’incontro con i familiari dei sequestrati, ancora nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso. «Sono i nostri eroi» li ha definiti, aggiungendo di sapere che «ogni giorno in più che passa per loro e per voi è un inferno».

Netanyahu ha sostenuto, però, che solo la pressione militare su Hamas porterà alla liberazione degli ostaggi. Per questo, le forze di difesa israeliane «si stanno preparando a entrare a Rafah», nel sud della Striscia di Gaza, dove oltre un milione di sfollati hanno trovato riparo.

«Ci sono troppe vittime innocenti, israeliane e palestinesi. Dobbiamo fornire più cibo, medicine e rifornimenti per i palestinesi», ha detto intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parlando della guerra nella Striscia di Gaza durante un evento di raccolta fondi a New York.

Biden ha sottolineato che «non possiamo dimenticare che è in gioco l’esistenza stessa di Israele. Gli israeliani sono stati massacrati. Immaginate se ciò accadesse negli Stati Uniti. È comprensibile che Israele abbia una rabbia così profonda. Ma dobbiamo fermare lo sforzo bellico che causa una significativa morte di civili innocenti» L’Arabia Saudita ed altri Paesi arabi sono «pronti a riconoscere pienamente Israele», ha poi dichiarato Biden alla raccolta fondi a cui hanno partecipato anche i due ex presidenti, Bill Clinton e Barack Obama. Nonostante la crescente spaccatura con il governo israeliano e le preoccupazioni per un’offensiva militare a Rafah, negli ultimi giorni l’amministrazione Biden ha autorizzato il trasferimento di miliardi di dollari in bombe e aerei da combattimento allo Stato ebraico.

Ha fatto il giro del mondo la storia del bambino di sei anni che è morto per fame all’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza. Lo ha reso noto al Jazeera, sottolineando che, come hanno dichiarato le organizzazioni umanitarie, comprese le Nazioni Unite, Israele sta impedendo l’accesso agli aiuti chiudendo i valichi di frontiera e imponendo severe restrizioni. L’emittente del Qatar scrive inoltre di una bambina di due mesi, nata durante la guerra a Gaza, ricoverata nello stesso ospedale in terapia intensiva per grave malnutrizione. «La sua età non corrisponde al suo peso. Ha due mesi e pesa solo poco più di due chili», ha detto un infermiere dell’ospedale. «Ci siamo abituati a ricevere questi casi in gran numero ogni giorno. Spesso portano alla morte».
I media locali riferiscono inoltre che le forze israeliane hanno sparato e ucciso il giornalista palestinese Muhammad Abu Sakhil all’ospedale al-Shifa di Gaza City. Il reporter dell’emittente palestinese Sawt al-Quds Radio si unisce ai quasi 100 giornalisti palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani dal 7 ottobre.

Secondo quanto ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, sono 32.552 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre, e 74.980 i feriti.

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