(Adnkronos) – Otto giorni appena, da qui al 30 giugno. Si è aperta oggi, in Sicilia, la finestra per la presentazione delle candidature per le primarie del fronte progressista, previste per il 23 luglio. Per il M5S, alle prese con una scissione innescata dall’addio di Luigi Di Maio, un altro nodo da sciogliere, perché il nome più accreditato per la corsa grillina alla poltrona di governatore è quella di Giancarlo Cancelleri, attuale sottosegretario del governo Draghi e con due mandati da consigliere regionale alle spalle, l’ultimo lasciato in corsa -con tutte le polemiche del caso- per il posto di sottogoverno a Roma. Due mandati, dunque candidatura ‘fuori gioco’ per Cancelleri, stando alla regola grillina che non ammette il doppio giro per gli eletti. Restano appena sette giorni per decidere su eventuali deroghe, che Giuseppe Conte voleva mettere ai voti, probabilmente non a caso, entro la fine del mese.
Ma nel frattempo -dal momento dell’annuncio sulla consultazione della base ad oggi-, il M5S ha cambiato pelle, con un addio destinato a restare nella storia del Movimento. E che ha generato un terremoto, con nuovi equilibri da calibrare. Ecco perché, in queste ore – riferiscono fonti autorevoli all’Adnkronos – si sta ragionando sull’ipotesi di prendere più tempo su un eventuale voto, e lasciare che un tema ipersensibile, come quello della deroga alla regola del doppio mandato, venga affrontato più avanti, tra qualche mese, evitando che si generi un nuovo sisma con tutti i contraccolpi del caso. E aprendo per giunta la strada a nuovi addii.
Oltretutto, sulla strada della deroga c’è uno scoglio di non poco conto: la contrarietà di Beppe Grillo, che vorrebbe che la regola restasse così com’è, restio anche alla consultazione della base, perché “è l’ultima regola identitaria che abbiamo e non possiamo cambiarla”, va ripetendo ad alcuni fedelissimi il fondatore e garante del M5S. Un rinvio del voto, tuttavia, metterebbe fuori gioco la corsa di Cancelleri: “Al momento una questione del tutto secondaria”, la liquida un big del M5S, convinto che il voto sia destinato a slittare, ammesso che arrivi e che, su questo, Conte riesca a convincere Beppe Grillo.