La transizione ecologica unisce nei propositi di sanare il pianeta ricorrendo alle energie rinnovabili, in vetta alle quali spicca quella solare, ma che quando incontra strategie politiche opposte, divide e preoccupa.
Lo scorso 6 dicembre, l’ufficio risorse idriche del Dipartimento Ambiente della regione Basilicata, a firma del Direttore Roberto Tricomi, ha diramato 15 avvisi pubblici per affidare alcuni laghi con la finalità di installazione di impianti fotovoltaici fluttuanti, alias galleggianti.
Un’iniziativa senz’altro lodevole che mira ad utilizzare sezioni di specchi d’acqua per produrre energia solare e farlo al meglio possibile in considerazione del maggior rendimento che offrirebbero grazie alla vicinanza delle celle silicee alla superficie dei laghi e che ne eviterebbe il surriscaldamento.
Tuttavia, all’iniziativa ecologica, risponde il diniego della sezione materana di Europa Verde, che ricorda al direttore firmatario degli avvisi pubblici, quel che la legge impone di fronte ad eccezioni probabilmente ignorate.
Il Lago di San Giuliano è un invaso artificiale ottenuto con lo sbarramento dell’asse fluviale del fiume Bradano e che nel tempo è diventato un riferimento imprescindibile e prezioso per numerose specie dell’avifauna migratoria.
Nell’area che attiene alla diga in questione, in presenza della lontra e del gatto selvatico, giungono stagionalmente importanti specie in via d’estinzione, delle quali ricordiamo il capovaccaio, il cavaliere d’Italia, il tarabusino, la nitticora, la sgarza ciuffetto, la garzetta, gli aironi bianco, rosso e cinerino, la cicogna bianca, la spatola, la gru e diverse specie di rapaci.
In virtù di questa sua preziosa biodiversità, l’area San Giuliano-Timmari, è entrata a far parte di una Zona di Speciale Conservazione rientrante nel programma “Rete Natura 2000” regolamentata dalla Direttiva comunitaria del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali, seminaturali, della flora e della fauna selvatica.
Una condizione per la quale è necessaria un’attenzione particolare a tutela del bene primario rappresentato dalla salvaguardia di specie protette e in via d’estinzione.
La ricca biodiversità del sito di San Giuliano quindi, se intralciato con l’installazione dell’impianto fotovoltaico su una superficie di ben 39 ettari, rischierebbe di perdere quell’equilibrio che oggi permette la sopravvivenza di una fetta importante di avifauna in prossimità, paradossalmente, di quel centro di recupero degli animali selvatici abbandonato al proprio destino e che combatte, con la passione dei volontari, per la cura e la salvezza di tantissime specie qui accompagnate anche grazie ad attenti e compassionevoli cittadini.