(Adnkronos) – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che suo figlio maggiore ha preso parte a quella che ha definito l”’operazione militare speciale” in Ucraina. Spiegando di non voler aggiungere dettagli, perché fornirli non rientra nel suo ruolo istituzionale, Peskov ha detto che il figlio Nikolai ”ha prestato servizio nelle forze armate, ha adempiuto al suo dovere costituzionale. E’ un adulto e ha preso questa decisione, ha preso parte all’operazione militare speciale. Non vorrei dire di più, non riguarda il mio lavoro”.
In precedenza il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, aveva rivelato che il figlio di Peskov aveva prestato servizio nel gruppo come artigliere. Secondo Prigozhin, il figlio di Peskov ha lavorato “dall’inizio alla fine, mostrando coraggio ed eroismo”.
LA DICHIARAZIONE DEL FIGLIO DI PESKOV – “L’ho considerato mio dovere. Non potevo rimanere in panchina a guardare amici e altre persone che andavano lì – ha detto Nikolai Peskov secondo la Pravda – Quando sono andato lì, ho dovuto cambiare il mio cognome. Nessuno sapeva chi fossi”. Peskov jr avrebbe indossato la divisa per 6 mesi nel Luhansk secondo la ricostruzione confermata anche da Prigozhin.
I DUBBI DI KIEV – La vicenda ha suscitato l’attenzione anche dei media ucraini e sui canali Telegram legati a Kiev sono apparsi elementi che metterebbero in dubbio la versione russa. La presenza di Peskov jr al fronte non si concilierebbe con le multe che, a Mosca, il giovane avrebbe rimediato alla guida della sua auto elettrica. Inoltre, una delle foto esibite dal figlio del portavoce per avvalorare il proprio racconto sarebbe invece un’immagine estrapolata da un’intervista che Vladimir Solovyov, propagandista principe della tv russa, ha realizzato a gennaio con un mercenario, a volto coperto davanti alla telecamera.